CATANIA – Una quarantina di giovanissimi provenienti da diverse regioni d’Italia sono pronti a vivere una vacanza diversa da molte altre: quella dei campi di lavoro nei beni confiscati. Già dal mese di giugno è in corso l’iniziativa “Estate in campo: campi e laboratori antimafia 2017” organizzata da Cgil, Spi Cgil, Estate Liberi e Libera, e nell’ambito del laboratorio si è svolta un’iniziativa nei locali della CGIL catanese con un dibattito sul tema “Legalità e lavoro, tra memoria presente e futuro” e la visione di ”Ossa”, bellissimo spettacolo teatrale con Alessio Di Modica che rievoca la storia di Placido Rizzotto, sindacalista corleonese rapito ed ucciso dalla mafia nel 1948.
I giovani affiancano, durante il periodo estivo, i soci della cooperativa “Beppe Montana” nei terreni confiscati a Belpasso, una volta appartenuti alla famiglia dei Riela. Tecnicamente si occupano di pulire l’impianto di irrigazione, della spollonatura degli ulivi, della cura dell’orto, dell’attività di spietratura, della ripulitura spazi in genere e del rifacimento recinzioni, affiancano i lavoratori nella coltivazioni di arance e ortaggi biologici. Ma soprattutto, impareranno a socializzare e a comprendere sino in fondo cosa significa lavorare per il bene comune e a favore della legalità.
Al dibattito tenutosi nel cortile di via Crociferi hanno partecipato, tra gli altri, il segretario di Spi Cgil Sicilia, Maurizio Calà, il segretario dello Spi catanese, Carmelo De Caudo, il segretario della Camera del lavoro Giacomo Rota, la segretaria confederale della Cgil, Pina Palella, Giuseppe Strazzulla di Libera e Placido Rizzotto, omonimo nipote del sindacalista ucciso. L’incontro è servito a confrontarsi su temi complessi ma purtroppo sempre caldi, come la pressione di Cosa nostra sulle imprese, lo Stato che può sequestrare e confiscare i beni ai mafiosi e riutilizzarli per i cittadini, ed anche la storia della criminalità organizzata in Sicilia, poiché senza memoria non può esserci sviluppo reale.
Il sindacato catanese ha rimarcato il proprio ruolo quotidiano a favore della legalità: “Chi difende i lavoratori crede che una vita degna di essere vissuta deve contemplare il diritto ad un lavoro dignitoso che permetta a chiunque di poter vivere, ma anche che questo avvenga in una società che non penalizza le aziende serie o i lavoratori che vi operano – hanno spiegato Giacomo Rota e Carmelo De Caudo -. Il lavoro è assoluta libertà, e significa poter guadagnarsi da vivere senza dovere togliersi il cappello e dire grazie. La Cgil opera in questa direzione tutti i giorni e lo SPI, che è il sindacato dei pensionati, cura la memoria degli eventi e la possibilità che le generazioni comunichino senza fratture e senza che il passato venga eccessivamente separato dal presente. Il nostro oggi non può esistere, nel bene o nel male, senza avere la consapevolezza di quanto accaduto ai nostri nonni”.
Maurizio Calà ha introdotto l’episodio ancora denso di misteri della strage di Portella delle Ginestre, mentre Pina Palella, responsabile Dipartimento Legalità della Cgil, ha spiegato i meccanismi del sequestro e della confisca dei beni, ma anche del caporalato e della proposta di legge del sindacato, dell’usura e di tutti gli strumenti che lo Stato utilizza giornalmente per combattere questi ed altri pesanti reati legati alla criminalità organizzata. Toccante la testimonianza di Placido Rizzotto che ha raccontato le fasi salienti della movimentata vita dello zio e della ferita democratica dovuta alle stragi impunite in Italia.