CATANIA – Duecento uomini provenienti dal centro Africa, sbarcati da circa otto giorni a Catania quale porto sicuro, stazionano inspiegabilmente nell’ex Hub vaccinale di San Francesco la Rena.
A vigilarli, ovviamente, gli uomini delle forze dell’ordine catanesi che – come si denuncia da tempo – non sono sufficienti anche per questi servizi.
Ieri dopo otto giorni queste persone hanno protestato perché non possono lavarsi e cambiarsi (l’Hub vaccinale è sprovvisto di luoghi idonei).
Ieri mattina, quindi, prefettura e Questura hanno provveduto in “emergenza” a inviare uomini e mezzi per trasferire queste persone al PalaSpedini e consentir loro di potersi fare una doccia e cambiarsi.
“Non vogliamo essere polemici, ma è normale che in questo paese dove accogliamo migliaia di persone in maniera regolata da decenni, siamo privi della minima organizzazione per custodirli in maniera dignitosa? (Lampedusa è un esempio negativo). Sappiamo che la prefettura ha fatto tutto il possibile ma gli ‘enti’ interessati non sempre sono disponibili e quindi il peso passa alla Polizia di Stato“, si legge in un comunicato SIAP – CATANIA.
Ma allora, “quanto pesa per la sola Polizia e per i cittadini l’accoglienza a Catania, in termini di sicurezza? Stiamo discutendo di una pacifica e ponderata protesta per lavarsi, che la Questura in questa occasione ha immediatamente affrontato, con le Volanti del servizio controllo del territorio e il personale dirottato da altri servizi, delle quattro Volanti in servizio due sono state impiegate per questa ‘emergenza’, con il successivo ausilio di una squadra del Reparto Mobile, anch’essa costituita da personale degli uffici“.
“Si continuano a far soggiornare in questa città immigrati senza le condizioni di assistenza e soprattutto in una città in cui le forze territoriali sono inviate settimanalmente nei centri dell’isola per questi medesimi servizi. Ieri le squadre del Reparto Mobile catanese già impiegate nei vari centri dell’isola e della Calabria, non erano disponibili in sede e pertanto si è potuto dare assistenza con le sole Volanti“, prosegue.
“Il cd. ‘Porto Sicuro‘ è il luogo di sbarco dei migranti, poi dovrebbero essere immediatamente trasferiti, come accade in tutti i porti individuati dalle recenti disposizioni ministeriali e non si capisce il perché, in questa città ‘meridionale’ tutto è sempre più complicato una sorta di scarica barile, con una politica territoriale capace di organizzare proteste al porto e null’altro“, si conclude.