Duro colpo al clan Laudani: la D.I.A sequestra beni a Orazio Salvatore Di Mauro – VIDEO

CATANIA – Nella mattinata odierna il personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania sta eseguendo un decreto di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta avanzata dal Direttore della D.I.A. Giuseppe Governale, nei confronti di Orazio Salvatore Di Mauro, 53 anni, esponente di spicco del clan mafioso Laudani e legato alla famiglia mafiosa catanese “Santapaola”.

Orazio Salvatore Di Mauro è coniugato con Giovanna Scuderi, nipote diretta del patriarca Sebastiano Laudani, capo storico e patriarca del clan mafioso catanese dei Laudani intesi “Mussi ‘i ficurinia”, condannato all’ergastolo per associazione mafiosa, omicidio ed estorsione.

Storico alleato del clan Santapaola, i gruppo dei Laudani, agli inizi degli anni ‘90, è stato uno dei protagonisti della guerra di mafia contro le cosche dei Cursoti, dei Cappello e dei Pillera tra il 1991 e il 1992, causò oltre 200 omicidi. Ai Laudani spettava il compito di gestire parte dei proventi illeciti della famiglia dei “Mussi ‘i ficurinia”.
Incensurato fino al febbraio 2016, Di Mauro venne arrestato in occasione dell’operazione “I Vicerè”. In tale contesto a Di Mauro sono stati contestati i delitti di associazione mafiosa ed estorsione aggravati.

Successivamente è stato coinvolto anche nell’operazione “Security”, in quanto accusato per il reato ex art. 416 c.p., e art. 7 d.l. 152/1991 perché costituiva, promuoveva e partecipava a un’associazione per delinquere finalizzata a commettere una pluralità di delitti di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione Iva, omesso versamento Iva, appropriazione indebita, ricettazione, traffico di influenze, intestazione fittizia di beni, corruzione tra privati.

La D.I.A. di Catania ha dimostrato, con complessi accertamenti patrimoniali, a carico di Di Mauro e del suo nucleo familiare, la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali, positivamente valutata dal Tribunale di Catania che ha disposto, con il provvedimento ablativo in corso di esecuzione, il sequestro dei beni, complessivamente stimati in oltre 1.000.000 di euro.

Il patrimonio oggetto dell’odierno sequestro è composto da:

  • compendio aziendale di un’impresa individuale operante nel settore del commercio di articoli di abbigliamento, mobili e articoli casalinghi;
  • tre autoveicoli;
  • rapporti finanziari e disponibilità bancarie.