CATANIA – Con l’autunno arrivano anche le prime piogge e, con loro, numerosi disagi alla viabilità delle strade etnee (e non solo). Quanto avvenuto negli scorsi giorni a Catania (e in tutto il resto della Sicilia) ne è la palese dimostrazione: quartieri quasi “messi in ginocchio” da semplici acquazzoni, che in contesti regolari non dovrebbero destare particolari preoccupazioni.
Bastano poche gocce d’acqua per trasformare le vie centrali e periferiche del capoluogo etneo in veri e propri “fiumi“. File interminabili, tamponamenti, ritardi nel trasporto pubblico, difficoltà per i pedoni e caos generale sono solo alcune delle nefaste conseguenze dei temporali in un luogo dove, purtroppo, quello della sicurezza stradale durante il maltempo è un problema annoso. Sì, a volte si esagera sugli effettivi danni, una tendenza “drammatica” tipica di molti, ma purtroppo l’impreparazione generale di fronte all’arrivo effettivo della stagione autunnale e invernale è innegabile.
Si tratta di una situazione con cui i catanesi, e più in generale i siciliani, hanno imparato a convivere, ma che negli ultimi anni è stata motivo di lamentele e conversazioni pubbliche nella piattaforma di comunicazione collettiva più popolare, il mondo social.
Se un tempo i disagi rimanevano “nascosti” nelle imprecazioni solitarie di pochi malcapitati, costretti ad andare in giro sotto la pioggia battente, o nello “scarso” numero di segnalazioni alle autorità competenti, oggi eventuali pericoli e casi di degrado sono sotto gli occhi di tutti con testimonianze, foto e video.
C’è chi la prende con simpatica ironia: celebre esempio di ciò sono i meme sul web che paragonano via Etnea interamente bloccata e travolta dalle piogge a un vero e proprio acquapark e le battute del tipo “Meglio prendere il canotto“ o “Vado a lavoro in barca“.
D’altro canto, però, chi in caso di maltempo si è trovato almeno una volta coinvolto in un incidente o è rimasto imbottigliato nel traffico per ore, magari perdendo anche un appuntamento importante, mette da parte gli scherzi a favore della riflessione: “Perché ogni volta che cadono ‘due gocce’ di pioggia si genera questo caos?“.
Colpa degli utenti della strada incivili o delle autorità? Entrambi probabilmente.
Delle vie che si possano definire sicure, infatti, dovrebbero essere prive di buche (un’utopia nel Catanese), che in caso di pioggia intensa si trasformano in “mini-laghi” nel giro di qualche minuto, e dotate di sistemi di drenaggio delle acque piovane. Inoltre, è necessario un lavoro di manutenzione costante, consistente in pulizia di tombini e caditoie e attività di prevenzione nelle zone ad alto rischio. Un lavoro senza dubbio oneroso, ma fondamentale per il benessere della popolazione. Purtroppo, non si può dire che tutto il territorio etneo sia protetto sotto questo punto di vista, anche se negli ultimi anni le denunce della gente hanno aumentato la sensibilità su questo argomento.
Accusare passivamente solo “chi sta in alto” è la soluzione? No. Delle colpe le hanno anche automobilisti e centauri che non riescono a rispettare le più basilari norme del Codice della Strada neanche in stato d’emergenza. Esistono regole specifiche in caso di cattivo tempo, banali accorgimenti dettati dal buon senso ma distrattamente ignorati dai più:
- rispetto dei limiti di velocità, che in genere, in caso di pioggia forte, subiscono una riduzione di circa 20 km/h;
- aumento della distanza di sicurezza, considerando che il suolo bagnato potrebbe incrementare i tempi di frenata. È il mancato rispetto di questa distanza che causa i “tamponamenti a catena” di cui si legge quotidianamente, anche in assenza di pioggia e ostacoli di natura meteorologica;
- massima attenzione ai pericoli della strada;
- accendere i fari, anche in pieno giorno, nel caso in cui la visibilità sia ridotta dalle condizioni climatiche sfavorevoli.
Di fronte a queste osservazioni, è certamente plausibile affermare che manutenzione costante, attenzione e civiltà possono rivelarsi una fonte di salvezza e prevenire lunghe file lungo le carreggiate e, soprattutto, danni a cose o persone.
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