Droga e studenti: i dati dell’Istat e le dichiarazioni della Guardia di Finanza

Droga e studenti: i dati dell’Istat e le dichiarazioni della Guardia di Finanza

CATANIA – Spaccio di droga e scuola vanno quasi a braccetto. Dirlo è triste, ma i dati volti a dimostrare il fenomeno nel territorio ci sono eccome; a testimoniarli e raccontarceli parlano documenti, relazioni e prima fra tutte la Guardia di Finanza.

Secondo quanto stilato dal ministero dell’Istruzione insieme con la Commissione Salute, l’Istat, il CNR e Istituto superiore di Sanità, in Italia il 25,9% della popolazione studentesca, pari a 640.000 giovani, avrebbe almeno una volta nella vita, consumato una sostanza illegale. Spesso, a far quasi da centro di questo così grande e complesso commercio illegale, sono proprio gli istituti superiori nei quali basta poco per intravedere un via vai fatto di vendita e consumo.

Un via vai che i ragazzi fanno quasi sempre finta di non vedere, mettendosi da soli bende agli occhi fatte di omertà, paura e forse anche strafottenza, perché diciamocela tutta, in fin dei conti, spacciare fra i giovani non risulta poi un problema. È una realtà che c’è oggi e che sicuramente c’è stata tempi addietro; realtà che comunque è “tipica” e forse proprio per questa addirittura trasparente come problematica, minimizzata tra l’altro dagli stessi studenti.

Abbiamo quindi deciso di contattare il numero verde della Guardia di Finanza, il cui operatore ci ha riposto in modo a dir poco affabile, pronto a dare risposte concrete sul fenomeno e spiegazioni per quanto riguarda i controlli e la procedura attuata.

Le perquisizioni che svolgete nei vari istituti avvengono perché già pianificate o tramite segnalazioni esterne?

“La Guardia di Finanza non si attiva mai su iniziativa, ma agisce tramite richieste da parte dei dirigenti delle strutture scolastiche. Una volta ricevuta la segnalazione ci adoperiamo per ispezionare l’istituto in questione e avviamo, quindi, i dovuti controlli grazie ai quali emergono come a volte possono invece non saltar fuori, le effettive detenzioni di sostanze stupefacenti e si appura, inoltre, il conseguente spaccio illegale delle stesse. Durante gli accertamenti non siamo certo soli, con noi ci sono, infatti, dei preparatissimi cani antidroga, di cui ci avvaliamo appunto, per dimostrare tra l’altro ai giovani, il modo in cui operiamo negli istituti”.

Avete mai avviato degli incontri per i giovani volti a prevenire, o quanto meno, stroncare il fenomeno della droga così già diffuso sul territorio? 

“Certo che sì. I vari comandi territoriali si adoperano proprio per spiegare ai ragazzi la gravità dello spaccio e le sue conseguenze, sia per il consumatore e quindi per la sua salute, che per il detentore e i rischi a cui può andare incontro dal punto di vista giuridico. Può capitare, inoltre, che si facciano dei convegni per i ragazzi del quarto e quinto anno, per incentivarli, una volta dopo aver conseguito il diploma, ad arruolarsi e quindi a operare nel nostro corpo”.