Divieto panificazione domenica e festivi: i bisogni dei cittadini e degli operatori

Divieto panificazione domenica e festivi: i bisogni dei cittadini e degli operatori

CATANIA – Negli ultimi mesi dell’anno che si è appena concluso il dibattito degli addetti ai lavori si è concentrato molto su un argomento sempre attuale, ma spesso trascurato, il divieto di panificazione nelle domeniche e nei giorni festivi. Questa ordinanza è entrata in vigore lo scorso mese di novembre per garantire, agli operatori del settore, il riposo nell’ultimo giorno della settimana. Tale decisione ha diviso gli esercenti e non ha convinto i cittadini, che spesso si trovano in difficoltà, nelle ore mattutine, nel tentativo di trovare un panificio aperto.

Assieme a questo, inoltre, si aggiungono anche altri elementi, in quanto la grande distribuzione, in questo senso, non è stata toccata affatto da questo provvedimento e la piaga dei commercianti abusivi, anche se presente in misura minore rispetto al passato, non finisce mai di danneggiare chi invece svolge il proprio lavoro in regola. Il decreto, emanato dall’assessore alle Attività Produttive del governo Crocetta, è stato discusso dalle associazioni di categoria, che hanno organizzato, in alcuni Comuni della provincia etnea, delle assemblee tra i panificatori per giungere a dei compromessi.

In accordo con il nuovo governo regionale hanno deciso di rivedere l’ordinanza e attualmente la situazione è in fase di stallo. Come di consueto, abbiamo sentito le opinioni dei fruitori in merito all’argomento, e tutti loro, all’unanimità, non sono affatto d’accordo con questa decisione per svariati motivi, come il fatto di poter comprare il pane solo nei centri commerciali e il proliferare dei venditori abusivi, che, secondo alcuni, aumenterebbero in modo esponenziale. Per far fronte al primo problema, l’unica soluzione, già studiata in alcuni Comuni, sarebbe quella della turnazione tra le diverse attività di determinate zone, specialmente quelle con maggiore afflusso di clienti.

Adesso sentiamo l’opinione di un operatore del settore, Roberto, che svolge la propria professione in un panificio del centro di Catania e si dichiara favorevole al divieto: “È giusto una volta a settimana chiudere e riposarci. Si possono fare i turni: una domenica rimango aperto io e la successiva un altro della zona. Purtroppo il problema dell’abusivismo esiste e si deve fare di tutto per eliminarlo. Io la domenica finora ho sempre lavorato, come dipendente, ma ho sempre desiderato la chiusura, anche perché, se non si può panificare, è inutile rimanere aperti e avere il pane del giorno prima. Sarebbe una cosa assurda.  Aggiungo anche che bisogna guardare le dimensioni del bacino d’utenza a seconda della zona”.

Come abbiamo già accennato, le associazioni cercano di far coesistere i bisogni dei lavoratori con quelli dei cittadini. A questo proposito abbiamo sentito il direttore generale della Confesercenti Catania, Salvatore Politino, che ci ha ribadito come le decisioni definitive siano in fase di studio, ma ci ha anche raccontato altri particolari.

“In alcuni Comuni sono state effettuate delle assemblee tra gli operatori per stabilire le turnazioni – spiega Politino -, perché l’attività di panificazione garantisce un servizio per i cittadini. Ma c’è un po’ di confusione, perché il decreto non coincide con quanto stabilito dallo Stato, che ha liberalizzato gli orari di attività. Da una parte si vuole qualificare la categoria con dei requisiti professionali, che è un grande passo avanti, ma dall’altra, con la chiusura si spinge il consumatore ad andare dal venditore abusivo, piaga che noi cerchiamo di combattere in tutti i modi. Con la mancata sanzione della doratura si agevola la grande distribuzione. Le piccole e medie imprese vengono così costrette a licenziare il personale, quando invece bisogna lasciare liberi gli esercenti e disciplinare la professionalità del settore, anche con un mini corso di 40 ore prima di iniziare l’attività. Il danno maggiore lo subiscono le città turistiche dove i flussi dei clienti sono maggiori”.