Dipendenti Amt senza stipendi, Di Guardo: “L’azienda non ha ricevuto un centesimo dal Comune”

CATANIA – Tiene ancora banco in queste ore la questione relativa alla mancata riscossione degli stipendi da parte dei dipendenti dell’Amt (Azienda Metropolitana Trasporti), società partecipata del Comune di Catania che gestisce il trasporto su gomma nel capoluogo etneo.

Questa mattina in piazza Duomo ha avuto luogo la protesta di oltre 100 lavoratori che hanno scioperato, come deciso qualche giorno fa dal sindacato autonomo Fast Confsal. Il clima di insicurezza diffuso tra i dipendenti però non ha trovato risposte, in quanto la riunione in commissione trasporti non è stata fatta.

Franco Di Guardo, responsabile aziendale Uil Trasporti, intervenuto ai nostri microfoni, ci spiega come la situazione non sia delle migliori e come ci sia qualcosa che non quadra in quello che dicono le istituzioni.

“Il sindaco oggi ha detto di aver informato il governo centrale del fatto che le casse comunali sono vuote – afferma Di Guardo –, nemmeno per adempiere alle spese correnti e necessarie, cosa che invece la nuova amministrazione comunale deve fare. Il default non c’entra niente ed è una presa in giro, anche perché c’è una legge nazionale che regola ciò. Mi chiedo come dovrebbe sopravvivere l’azienda in queste condizioni e il presidente attuale, al quale voglio dare del tempo perché insediatosi da poco, non ha alcuna responsabilità se ha trovato questa situazione. A noi manca uno stipendio e mezzo e l’azienda non ha ricevuto un centesimo dal Comune, a differenza della Regione Siciliana, che invece ha ottemperato in toto. La nostra azienda è stata usata per scopi sociali, perché ha speso soldi per non vedere poi ripianati i debiti, ma non viene riconosciuta alcuna socialità. Noi siamo una società per azioni e spero che non saremo costretti a portare i libri in tribunale. Lo sciopero non serve a nulla e ci vorrebbe una conferenza stampa per far capire in che condizioni versa il trasporto pubblico locale, per il quale si prevedono nuovi tagli”.