Denunciare in tv o sui social: esibizionismo o poca fiducia nella giustizia

Denunciare in tv o sui social: esibizionismo o poca fiducia nella giustizia

CATANIA – Quante volte programmi come Le Iene o Striscia la notizia sono stati utili a portare alla luce delicati casi di cronaca?

Molto spesso ci si è chiesti se, alla base di eclatanti scoop, ci fosse un viscerale lavoro d’inchiesta, o una segnalazione fondamentale a rendere possibile la realizzazione di servizi così dettagliati. La seconda opzione in molti casi si è rivelata determinante.

Segnalazioni, dichiarazioni spontanee e testimonianze sono preziose per il giornalismo d’inchiesta. Da tempo, però, sembra che denunciare alla stampa o sul web avvenga a discapito del normale iter che suggerirebbe di affidare le proprie denunce in primis alle forze dell’ordine.

Facciamo qualche esempio pratico. La recente operazione “Ambulanza della morte” è nata grazie alle dichiarazioni che un collaboratore di giustizia ha voluto rilasciare spontaneamente alle Iene. Solo dopo ha riferito ciò che sapeva recandosi anche nelle sedi opportune affinché venissero avviate le dovute indagini.

Altro caso recente, emerso all’indomani delle elezioni regionali siciliane del 5 novembre dello scorso anno, è stato quello relativo ai voti dubbi di alcuni anziani che avrebbero permesso a un candidato della provincia di Catania di conquistare agevolmente un posto all’Ars, andato in onda su Striscia la notizia. Prima di fare capolino sulla rete ammiraglia di Mediaset, però, il caso aveva già fatto il giro del web dove era stato diffuso e ampiamente condiviso il video registrato dal figlio di una delle anziane che avrebbero votato a loro insaputa.

Impossibile non citare, inoltre, tutti i casi di presunti abusi e violenze che, dallo scoppio del caso Weinstein, sono stati denunciati anche in Italia nel corso di numerose e dettagliate interviste (con tanto di nomi o, in altri casi, lasciando un alone di sospetto) davanti alle telecamere, ma non sempre alla polizia o ai carabinieri.

A questo punto è lecito chiedersi: perché si preferisce denunciare sui social o in tv piuttosto che affidarsi, come un tempo il senso civile suggeriva, alle istituzioni? Quali fattori influiscono nella scelta? Ricerca di esibizionismo o scarsa fiducia nella giustizia?

Il rischio più grande è che, continuando su questa strada, possa diventare opinione comune che la gogna mediatica possa sostituire una sentenza giuridica o, peggio, che quella pronunciata sui social sia più importante di quella emessa da un giudice.