Dall’assalto di Praga sino alle diseguaglianze di accesso all’istruzione in tempo di pandemia: oggi Giornata internazionale degli studenti

Dall’assalto di Praga sino alle diseguaglianze di accesso all’istruzione in tempo di pandemia: oggi Giornata internazionale degli studenti

CATANIA – Oggi, 17 novembre, si celebra la Giornata internazionale degli studenti. Sebbene questi ultimi adorino le diverse celebrazioni e mostrino molto entusiasmo nel partecipare agli eventi di questo giorno, in realtà commemora un momento davvero triste della storia.

La data dell’osservanza è l’anniversario dell’assalto nazista del 1939 all’Università di Praga. Dopo le manifestazioni del 17 novembre 1939, nove studenti e professori furono assassinati e oltre 1.200 furono inviati nei campi di concentramento. Entro due anni da quella data furono fatti molti sforzi per stabilire il 17 novembre come giornata di commemorazione e resistenza contro i nazisti anche tra gli studenti di altre nazioni. Inizialmente, 14 paesi come Gran Bretagna, Francia, Grecia, Cina, Polonia o Norvegia hanno proclamato la data Giornata internazionale degli studenti.

Molte ricorrenze della giornata si concentrano sulla commemorazione di quei tristi eventi del 1939 e sull’evidenziazione della necessità di lottare per la libertà e la democrazia. Nel 1989, ad esempio, fu organizzata a Praga una manifestazione di massa con quasi 15.000 partecipanti per esprimere insoddisfazione per il partito comunista cecoslovacco al governo. Questo importante evento è stato un incentivo indiretto per innescare la Rivoluzione di velluto in Cecoslovacchia.

Oggi, più che mai, questa giornata, che rientra nella settimana internazionale dedicata all’istruzione dell’ONU, diventa fondamentale. La pandemia da COVID-19 ha, infatti, cambiato il nostro modo di vedere il mondo della scuola e dell’università e, volente o nolente, ha modificato gli studenti dai più piccoli sino ai dottorandi.

L’emergenza sanitaria, come ben noto, ha messo in discussione la sicurezza delle scuole dal punto di vista sanitario, costringendo l’Italia, come i paesi del resto del mondo, ad adottare misure mai viste in precedenza, ovvero chiudere le scuole e passare alla nota didattica a distanza (Dad).

Gli studenti, in poche settimane, sia nella prima ondata e, purtroppo, anche nella seconda, sono stati catapultati in un nuovo sistema di apprendimento, diverso, a tratti “strano” e con le sue difficoltà. I discenti hanno imparato a essere esaminati da casa e hanno cominciato ad abituarsi, sino a farla diventare una quotidianità, alle lezioni online con glitch, bug e problemi di connessione e, così, lo studente passa dall’essere visto in un’aula a dietro un computer.

Sicuramente la tecnologia ha permesso tutto ciò, evitando un reale shutdown dell’educazione a livello internazionale, anche se questo non è valso per tutti. Proprio la didattica a distanza ha aperto uno dei dibatti più importanti del nostro secolo, la diseguaglianza a livello scolastico e la difficoltà di accesso alla tecnologia e, quindi, all’istruzione (anche obbligatoria) nel nostro paese.

Proprio la diseguaglianza in periodo di pandemia, da alcune istituzioni e associazioni internazionali, è stata messa al centro della celebrazione di quest’anno. Una diseguaglianza che, come detto in precedenza, passa dalle difficoltà di accesso a internet, che secondo alcuni legislatori dovrebbe oramai essere considerato un diritto, sino alle reale conseguenze per gli studenti con disabilità cognitive e fisiche.

Fonte foto: Regione Siciliana