CATANIA – La crisi dell’Azienda Siciliana trasporti è al centro dell’attenzione di Faisa Cisal regionale, insieme alle altre organizzazioni sindacali di categoria: Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Ugl autoferrotranvieri, che, attraverso una nota, parla di “frutto di una politica ondivaga“.
“Il sindacato sta seguendo gli sviluppi della vicenda Ast spa (socio unico regione siciliana) con particolare attenzione non solo nei tavoli istituzionali di confronto ma anche attraverso una ricostruzione dei fatti che già dagli anni 80, vede la partecipata regionale doversi fare carico delle linee improduttive, dismesse dalle ferrovie dello stato, in luogo, di quelle produttive, frequentate da molti passeggeri che invece venivano esercitate dalle autolinee private“.
Faisa Cisal ripercorre l’arco temporale che ha portato l’azienda alla crisi attuale: “Al fine di garantire il diritto alla mobilità dell’isola, l’azienda siciliana trasporti, nell’arco degli anni, ha pagato un prezzo abnorme sia in termini di immagine aziendale (in quanto, considerata un carrozzone) che sotto l’aspetto organizzativo e funzionale, per atavica carenza di personale e di autobus. Una società martoriata nei fatti, saccheggiata dalla politica in termini elettorali, la cui esistenza, ha fatto comodo al più becero clientelismo. Periodi che hanno visto il pullulare di interrogazioni parlamentari a sostegno e difesa della continuità aziendale, dei livelli occupazionali e a garanzia del servizio di trasporto pubblico, da sempre considerato di natura sociale”.
Infine il sindacato si sofferma sulla possibile soluzione messa in campo dal Governo regionale: “Per arrivare ai giorni di oggi con l’attuale governatore, prima possibilista ad una eventuale ricapitalizzazione societaria, adesso determinato a dismettere la società regionale di trasporto pubblico“.
Nel 2012, Marco Falcone, all’epoca assessore alle infrastrutture, aveva presentato all’Ars l’interrogazione (clicca qui per visionarla) per dare notizia sui gravi disservizi dell’Ast. Il sindacato denuncia che in questi anni, più di 20, nulla è stato fatto portando alla situazione attuale.
Infine Gaetano Tafuri, durante il Congresso regionale che si è svolto ieri al Palazzo della Cultura di Catania, nella qualità di ex Presidente di Ast, ha lasciato il documento in cui evidenzia le criticità e le soluzioni operative (qui la nota ufficiale).