CATANIA – Riapre l’Empire a Catania, oggi per ospitare un convegno sulla gestione dei beni confiscati alla mafia. L’ex discoteca è stata confiscata nel 2015, insieme a 3,5 milioni di euro, al clan Pillera-Puntina e non ha ancora ufficialmente una destinazione d’uso. Gli ambienti sono intatti.
L’Empire potrebbe diventare casa della musica, per lo meno secondo il progetto avviato dalla giunta affidata pro tempore al vicesindaco reggente Roberto Bonaccorsi (2022) che attraverso l’azione dell’allora assessore ai Beni confiscati Michele Cristaldi aveva fatto richiesta all’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati di utilizzo per scopi sociali.
Per il sindaco di Catania, Enrico Trantino, oggi questa resta la “soluzione più congeniale”, ma il primo cittadino ha anche citato la possibilità di un partenariato pubblico-privato nonostante all’interno del nuovo regolamento sui beni confiscati alla mafia, approvato lo scorso marzo dalla giunta, sia condizionato da passaggi particolarmente rigidi. ““Si apre oggi – ha detto il sindaco Enrico Trantino – non solo una nuova stagione ma anche un nuovo modello operativo per individuare, in una logica di confronto aperto, quali possano essere le migliori soluzioni per destinare questo e altri beni ad un nuovo esempio di vitalità, per la città di Catania, e anche eventualmente per l’imprenditoria catanese, ma soprattutto per i nostri giovani”.
Intervendo all’ex discoteca Empire, la prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi ha parlato dell’importanza del controllo per evitare l’infiltrazione criminale e mafiosa e ricordato che Catania ha mille e settecento beni confiscati da poter sfruttare e dover gestire. “Ci sono difficoltà di carattere tecnico e burocratico – ha detto Librizzi – C’è un programma che ha permesso di liberare alcuni beni ed è evidente che ci sono alcuni sindaci che manifestano difficoltà nella gestione. Per questo vanno sostenuti anche attraverso fondi rimodulati dal Pnrr. Anche se il bene presenta delle difficolta di gestione è sempre meglio che vada ai sindaci – ha sottolineato la prefetto – Devono rientrare nel patrimonio pubblico anche se non si trova l’utilizzo. Bene anche l’attività di cooperative di giovani o di persone”.
Insieme al sindaco di Catania e la prefetto, ad apertura del convegno “La gestione dei beni confiscati negli enti locali. L’importanza del nuovo regolamento del Comune di Catania” è intervenuto anche il direttore dell’Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) Bruno Corda. Lo scorso anno Anbsc e Regione siciliana hanno stretto un accordo istituzionale per una più efficace politica di valorizzazione dei beni confiscati presenti sul territorio e Corda lo ha ricordato a Catania. “Le regioni sono i soggetti che meglio possono sostenere i comuni nella gestione del bene confiscato alla criminalità – ha specificato il direttore dell’Anbsc – questa logica ha portato alla sottoscritto dell’accordo con la Regione siciliana. C’è un problema di progettualità per enti locali, l’organizzazione comunale è sicuramente piu snella nella gestione, ma a sua volta va sostenuta proprio dalle Regioni. Il nostro ordinamento – ha aggiunto Corda – non tema la vendita del bene confiscato alla mafia, ma tiene al significato simbolico della riappropriazione da parte dello Stato”.
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