Coronavirus, Fsi-Usae Sicilia: “Sottoporre a tampone tutti gli operatori sanitari ogni 5 giorni”

PALERMO –Abbiamo inviato una missiva alla Protezione civile nazionale dipartimento della presidenza del consiglio dei ministri, alle prefetture siciliane, al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’Assessore regionale della salute Ruggero Razza e alle Asp, alle aziende ospedaliere e ospedaliere universitarie, perché è inammissibile che lo Stato centrale mandi un esercito a difenderci… senza armi”.

È quanto dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.

Dopo diverse note inviate dall’organizzazione sindacale, si vuole denunciare lo stato di preoccupazione in cui versa chi lavora nella sanità, in particolare nel territorio delle Asp di Catania e Palermo.

Poiché i gesti valgono più di mille parole, oggi, i professionisti e operatori sanitari, a parole li si ringrazia, con i gesti lo Stato li condanna a morte. Dai vari presidi ospedalieri giungono notizie che la maggior parte del personale, è ancora sprovvisto di dispositivi protettivi e le rassicurazioni provenienti dalle direzioni sanitarie non riescono più a sortire nessun effetto sullo stato d’animo degli operatori”, precisa Coniglio.

Si ritiene fondamentale ribadire lo spirito di collaborazione messo in campo, come sempre, dalla Fsi-Usae, dei suoi componenti e dalle segreterie territoriali e “chiediamo di sottoporre a tampone ‘rapido’ tutti gli operatori sanitari che prestano servizio nelle strutture ospedaliere del Ssr (entro 72 ore) da ripetere ogni 5 giorni, l’avvio di nuove assunzioni di medici e infermieri, tecnici, oss con contratto pubblico a tempo determinato e non con contratti libero professionisti. Questa Organizzazione Sindacale è contraria a qualsiasi forma di precariato. Inoltre chiediamo il recupero dei Dpi (mascherine FFP3, maschere-occhiali protettivi e gel disinfettante su base alcolica) utili a proteggere il personale sanitario del Ssr prima che arrivi il picco massimo e di voler mettere in atto con estrema urgenza tutte le misure necessarie per favorire la sicurezza dei lavoratori”.

Contestiamo all’Istituto Superiore della Sanità il documento ‘Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e socio sanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-COV-2’ aggiornato al 14/3/2020 che adotta e aggiorna le indicazioni sull’utilizzo dei Dpi adottate nella nota 1433 del 13 marzo us, acquisito dalla Regione Siciliana in data 16/03/2020 prot. 15077 (assessorato alla salute), che non specifica con quali Dpi devono essere assistiti i pazienti con sospetto Covid-19 (tutti), in questa fase avanzata della pandemia, ricoverati nelle restanti unità operative (chirurgia generale, pediatria, medicina, ematologia, Orl, sala operatoria, ortopedia, nefrologia, ambulatori, equipaggi 118, ecc.) del Ssr. Perché in considerazione che i presidi (mascherine chirurgiche) che oggi vengono definiti Dpi, precedentemente (fino al 13/3/2020), erano considerati strumento di protezione del campo chirurgico e non dell’operatore, non si comprende come oggi l’Istituto Superiore Sanità li possa considerare Dpi validi come protezione degli operatori sanitari che assistono soggetti affetti o sospetti da Covid-19”.

Su questo fronte occorre un impegno forte di Governo e Regione, capace di salvaguardare i lavoratori. Per queste ragioni la Fsi-Usae chiede al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza e alle Prefetture siciliane la volontà di essere parte attiva nelle future occasioni di confronto istituzionale relative all’emergenza coronavirus così come sta avvenendo nelle regioni del nord, una condizione indispensabile per gestire al meglio questo grave problema”, conclude Coniglio.

Immagine di repertorio