Controlli antiabusivismo a Biancavilla

BIANCAVILLA – Nel contesto delle direttive assunte dal Prefetto in occasione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Comando Provinciale dei carabinieri di Catania ha intensificato le attività di controllo per verificare la regolarità delle autorizzazioni amministrative e il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro da parte dei titolari di esercizi pubblici.

I controlli antiabusivismo a Biancavilla

In seguito a tali direttive, i militari della Compagnia di Paternò hanno effettuato delle verifiche in alcune officine artigianali situate nel comune di Biancavilla, riscontrando in due casi l’assenza di qualsiasi autorizzazione e la conseguente mancata adesione alle norme fondamentali per la tutela del territorio e lo smaltimento dei rifiuti speciali.

In particolare, è stata ispezionata un’officina meccanica situata nel centro cittadino, il cui titolare, un uomo di 67 anni del luogo, nonostante la presenza di attrezzature professionali e di un’auto in riparazione, risultava privo di qualsiasi autorizzazione amministrativa e dei moduli previsti per lo smaltimento degli oli esausti e dei numerosi rifiuti meccanici rinvenuti nel garage, provenienti da lavorazioni precedenti su automobili.

Una verifica analoga è stata effettuata in un autolavaggio nelle immediate vicinanze del centro cittadino, gestito da un uomo di 27 anni di Adrano. Anche in questo caso, il gestore era sprovvisto delle autorizzazioni necessarie e violava palesemente le norme riguardanti lo smaltimento delle acque reflue industriali, nonché il divieto di scaricarle negli strati superficiali e nelle acque sotterranee del sottosuolo.

La truffa ai danni dello Stato

Durante l’ispezione, consultando un’agenda trovata all’interno dell’autolavaggio, è emerso che il giovane di 27 anni avrebbe incassato circa 4.000 euro nel solo mese di giugno, senza regolare dichiarazione dei redditi. Inoltre, un’ulteriore analisi della sua situazione economica ha rivelato che il lavaggista risultava ufficialmente censito come “bracciante agricolo“, percependo indennità che, a partire da luglio 2020, gli avrebbero consentito di incassare circa 33.000 euro.

Entrambi i titolari delle attività artigianali sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per l’esercizio abusivo di una professione. Il giovane di 27 anni è stato deferito anche per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, con conseguente avvio di una procedura per il recupero della somma di denaro indebitamente percepita.