Contanti nelle buste all’ANAS di Catania, “mazzette” divise in tre: i DETTAGLI e le INTERCETTAZIONI

CATANIA – Arrivano i dettagli dell’operazione che ha visto i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania arrestare tre dipendenti dell’Anas Spa, area compartimentale di Catania, per l’ipotesi di corruzione

Nel corso delle perquisizioni effettuate dai Finanzieri del Nucleo presso la sede A.N.A.S. di Catania e i domicili degli arrestati sono stati rinvenuti e sequestrati contanti per 25.000 euro circa, denaro direttamente riconducibile alle più recenti dazioni corruttrici.

Le meticolose e celeri investigazioni condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania, sviluppate anche attraverso l’esecuzione di intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno fatto registrare, lo scorso 17 settembre, un eclatante fatto di corruzione perpetratosi negli uffici dell’A.N.A.S. di Catania dove un imprenditore nisseno ha consegnato al geometra Panzica, nell’ufficio di Contino, una busta contenente 10.000 euro in contanti oggetto di successiva frenetica ripartizione tra i 3 arrestati.

Le relazioni tra i pubblici ufficiali, dipendenti A.N.A.S. e le imprese affidatarie dei lavori (anche in subappalto) appaiono confidenziali e compiacenti, in aperto dispregio dei rilevanti interessi pubblici in gioco consistenti, nel caso specifico, nella perfetta realizzazione delle opere di manutenzione dei tratti stradali, la cui sicurezza è affidata alla loro responsabilità.

In una conversazione intercettata poco prima degli arresti, l’imprenditore corruttore, dialogando con Panzica, dopo avergli palesato crescenti difficoltà nel reperire agevolmente denaro contante anche per l’esistenza di controlli anti-riciclaggio sui prelievi ingiustificati, chiedeva al Geometra corrotto dove depositare la “mazzetta”. Il corruttore, sotto lo sguardo attento di Panzica, si alzava e poneva in un armadietto dell’ufficio di Contino, in una busta di carta bianca, 10.000 euro in contanti.

Qualche minuto dopo, rimasti da soli, Panzica e Contino, chiusa la porta a chiave, in maniera disinvolta, procedevano al conteggio dell’illecito profitto e, stabilita la ripartizione del bottino in tre parti, inserivano in una cartellina la quota spettante all’Ing. Romano. Quest’ultimo, poco dopo, entrato nell’ufficio di Contino, intascava le sue “spettanze” corruttive, inserendo la cartellina “incriminata” nella sua valigetta e velocemente lasciava la sede dell’A.N.A.S.

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All’atto dell’immediato intervento delle Fiamme Gialle etnee, è stato rinvenuto il denaro contante oggetto del patto corruttivo: 3.300 euro nell’ufficio di Contino e 3.700 euro nell’ufficio di Panzica. L’ingegnere Romano, nel frattempo allontanatosi dalla sede dell’A.N.A.S., saputo dell’intervento in corso, prima di rientrare nel suo ufficio, come da suo racconto, dalla macchina in movimento, in via Nuovalucello (Catania), ha lanciato dal finestrino il denaro contante (3.000 euro) appena consegnatogli da Contino. Nell’abitazione dell’ingegnere Romano, inoltre, sono stati rinvenuti 18.200 euro in contanti relativi a ulteriori tangenti intascate dal sodalizio criminale con il collaudato sistema appena descritto.

L’operazione ha interrotto così il perpetrarsi di ulteriori azioni criminali tese a lucrare, una volta aggiudicata la commessa, sulla fraudolenta esecuzione dei lavori appaltati per la manutenzione delle strade siciliane.