Confesercenti Catania traccia il bilancio di fine anno: “C’è ancora sofferenza”

Confesercenti Catania traccia il bilancio di fine anno: “C’è ancora sofferenza”

CATANIA – Anno difficile per il commercio catanese. Confesercenti Catania fa il bilancio di fine anno a fianco delle piccole e medie imprese. Un attività intensa è stata quella dell’associazione di categoria in un momento non facile per le imprese. L’impegno dell’associazione di categoria è stato su più fronti per consentire agli operatori di resistere alla crisi.

“Nel 2016 in provincia di Catania si sono iscritte al Registro delle Imprese 5.954 imprese, 306 in più rispetto al 2015, ma sono notevolmente aumentate rispetto a un anno fa anche le cancellazioni (+878), che nel 2016 ammontano a 5.827, determinando un saldo seppur positivo pari a 127 imprese, ma in calo dell”80% rispetto allo scorso anno (+699)”: lo ha spiegato Salvo Politino, direttore di Confesercenti Catania.

“Lo stock complessivo delle imprese, che comprende tutte le imprese presenti nell’archivio delle Camere di Commercio e non cessate (attive, inattive, sospese, in liquidazione e fallite), rispetto al 2015, si è incrementato dello 0,13%, attestandosi al valore di 100.927 unità, ma ha visto uno dei settori cardine come quello del commercio in forte calo. Rispetto allo scorso anno, infatti, il saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni nel settore commercio è cresciuto del 192% (-1.070 nel 2016 rispetto al -366 del 2015), dove quasi 2 imprese chiudono per ogni nuova iscrizione. Si sono registrati saldi negativi anche in altri comparti quantitativamente più significativi, particolarmente nell’edilizia (-264), nel turismo (-15), nell’industria (-185) e nei trasporti (-86). Il saldo complessivo positivo è sicuramente influenzato da imprese iscritte con attività non classificate e da imprese nel settore dell’Agricoltura” commenta Politino.

“Analoga situazione la riscontriamo anche su Catania Città – prosegue Politino -. Se, comunque, in tutta la provincia catanese il saldo tra mortalità e natalità complessivo chiude in positivo, a Catania il saldo registra un -213; un dato in forte contrapposizione con l’anno precedente dove il saldo era stato positivo (+373). Il settore commercio anche in città ne esce in forte calo: su 439 nuove imprese vi sono 1040 imprese che hanno chiuso i battenti. Un dato che, legato alla nascita di molte imprese nel settore dell’e-commerce, fa riflettere su come sia in forte calo il tradizionale esercizio di vicinato. L’unico settore, in città, che riconferma il trend positivo dello scorso anno è quello del turismo che chiude in positivo registrando un +21″.

“Credo che la crisi della piccola e media impresa – commenta ancora Politino – è da ricondurre all’insicurezza economica che affligge negli ultimi anni le famiglie italiane, ed ancor di più quelle del mezzogiorno. Infatti tutto ciò ha portato ad un calo dei consumi che si è riflesso soprattutto nelle imprese del commercio e del turismo, che non riescono più a far fronte ai costi di gestione. E non parliamo solo della impresa commerciale sotto casa o della bottega del centro storico; oggi assistiamo anche a molte attività che per anni sono state aperte all’interno dei centri commerciali e che oggi sono state costrette a chiudere”.

Secondo l’Istat le vendite al dettaglio a ottobre 2016, su base annua, per le imprese operanti su piccole superfici segnano ancora una volta negativo (-1,0%). Tra queste ultime ad essere sempre più in difficoltà sono le attività commerciali fino a 5 addetti: su base annua le loro vendite diminuiscono, in termini tendenziali, del 3,3%. Dato leggermente negativo, invece, per le imprese da 6 a 49 addetti (-0,3) e positivo per quelle con almeno 50 addetti, +1,5%, segno che sono proprio i piccoli a non vedere minimamente una ripresa dell’attività imprenditoriale.

“Nonostante Catania continui a dimostrare una certa dinamicità imprenditoriale, è necessaria una politica rivolta al sostegno delle imprese – conclude Politino – detassazione, aiuto per l’accesso al credito, rilancio e valorizzazione del centro storico e lotta all’abusivismo commerciale, attraverso una costante attività di monitoraggio e controllo del territorio mirato alla salvaguardia delle nostre imprese. L’associazione continuerà a farsi portavoce delle esigenze di chi alza le saracinesche e chiede maggiore sicurezza, di un territorio che ha bisogno di una crescita che passi attraverso interventi infrastrutturali, progetti di sviluppo, valorizzazione dei centri commerciali naturali. Temi che durante l’anno Confesercenti non ha mai mancato di tenere in considerazione nell’interesse della categoria”.