Compagnie aeree non più “low” ma “mazzata cost”

“Oggi è il giorno di Natale.
Sono andati via tutti, o quasi.
È rimasto il gatto della padrona di casa a farmi compagnia, mentre me ne sto tutto solo sul divano a pensare alla mia famiglia che quest’anno festeggerà senza di me.
Mamma, se la conosco bene, si starà dando da fare con gli addobbi,  papà, invece, sarà in coda alla casa per la cena della vigilia e dimenticherà senz’altro qualcosa, il solito sbadato, mentre i miei fratelli se la staranno spassando in giardino, per non parlare dei biscotti allo zenzero della nonna… mi sembra quasi di sentirne l’odore.

Per me quest’anno non ci sarà niente di tutto questo.

Tra le spese di affitto, libri, tasse universitarie, bollette e cibo, non riesco a trovare 400 euro per prendere l’aereo e tornare a casa”.

Se pensate sia solo una storiella, vi sbagliate di grosso! Questa è la vita reale del pendolare italiano medio.

Al di là della cifra che abbiamo indicato, puramente esemplificativa, prendere l’aereo nei periodi “caldi” dell’anno (Natale e Capodanno in primis), è diventato un lusso per pochi.

A meno che non si sia provveduto a fare i biglietti sei mesi prima, tornare a casa diventa impossibile. Ma quanti di voi sono in grado, oggi, di sapere quando, come e cosa farà tra 6 mesi? Quanti di voi sono disposti ad usufruire, oggi, dell'”offertona” della compagnia aerea X (che poi così conveniente non è!), non sapendo se gli impegni vi consentiranno effettivamente di partire ma sapendo con certezza che non è previsto rimborso in caso di mancata fruizione del servizio (se non lo si è debitamente pagato)?

Da quando è venuta a mancare la concorrenza di alcune compagnie come Windjet e Air One, le restanti compagnie “low cost” (solo nel nome e nei servizi) Ryanair e Easyjet vanno avanti a suon di rincari” commenta Mario Bevacqua, presidente dell’Uftaa, federazione mondiale delle associazioni delle agenzie di viaggi, titolare della Trimondo Viaggi di Catania e consigliere d’onore Fiavet.

“Un’adeguata struttura concorrenziale, che al momento manca, consentirebbe, come in parte è avvenuto in passato, di calmierare i prezzi soprattutto nei periodi in cui la gente rientra dopo mesi di studio o di lavoro fuori da casa”.

“Vogliamo anche chiederci dove queste compagnie pagano le tasse? prosegue Bevacqua. “Di certo non in Italia. La Ryanair, per esempio, alimenta il suo business nei nostri aeroporti ma paga le tasse in Irlanda. Non solo, questa compagnia, con la scusa di un servizio pubblicitario che io non ho mai visto, percepisce denaro dalle società che gestiscono le strutture aeroportuali, come l’Enac. Chiedete agli aeroporti di Trapani ed Alghero quale disastro economico hanno vissuto quando sono venuti a mancare gli accordi con la Ryanair“.

La questione compagnie aeree, rapporti, prezzi, offerte è un capitolo aperto che cercheremo, pian piano, di leggere e capire insieme a voi, nella speranza di non leggere più cose del genere: “Ormai me ne sono fatto una ragioneQuest’anno il Natale lo passerò a casa, da solo. Ma quando potrò, finalmente, festeggiare con la mia famiglia senza dovermi svenare?