Come risolvere i problemi di sicurezza a Catania. Siap ha riunito tutti i sindacati di Polizia e Vigili del Fuoco

CATANIA – La città di Catania è cambiata e il Siap provinciale ha chiesto nuovi misure e sinergie per intervenire efficacemente nel nuovo contesto metropolitano. Poche Volanti, pochi operatori nelle centrali, aggressioni, nuova burocrazia a cui far fronte, sono fattori con cui Polizia di Stato e le altre Forze dell’Ordine si confrontano oggi dovendo garantire sicurezza al territorio. 

Per una città cresciuta esponenzialmente, che ha riscoprendo anche la propria vocazione turistica, che si confronta con problemi importanti di ordine pubblico, a cui si è aggiunto il caos rifiuti Siap ha chiesto di ripensare il Piano coordinato di controllo del territorio datato 2007.

Lo ha evidenziato il segretario generale provinciale Siap Tommaso Vendemmia durante l’incontro La sicurezza nell’area metropolitana: Catania città aperta, la cultura della sicurezza va partecipativa e mutata.

Il piano di controllo del 2007 divideva la città tra Polizia di Stato e Carabinieri, affiancate dalla Polizia locale nell’attività di pubblico soccorso o di ordine. Via via però questa forza è stata ridotta, come è successo per le unità di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e i Vigili del Fuoco. Soprattutto a causa delle Legge Madia. Questo ha creato una scompensazione di controllo nel territorio. Abbiamo l’arma dei Carabinieri con 2-3 gazzelle operative h24 e dall’altra parte le squadre volanti con 4-5 macchine per turno. Questa organizzazione non riesce più a compensare alle richieste della nuova realtà socio-economica di Catania. Nel frattempo – ha evidenziato Vendemmia – la criminalità organizzata non si volta dall’altra parte, si annida come l’economia c’è”. 

Ritrovare il supporto della Polizia locale sarebbe fondamentale, come ha dichiarato a NewSicilia il segretario generale provinciale Siap.  

 

Sindacato di Vigili del Fuoco e Carabinieri invitato all’appuntamento

Alla conferenza Siap organizzata dalla segreteria provinciale di Catania sono stati ospiti le associazioni civili e il sindacato dei Carabinieri e altri operatori delle forze dell’Ordine. I problemi denunciati dal sindacato della Polizia di Stato si accomunano anche a quelli dei Vigili del Fuoco in regione, che a loro volta rivendicano alcuni diritti ancora mancanti 

Come Vigili del Fuoco facciamo un lavoro differente rispetto le Forze dell’Ordine, ma in collaborazione con loro – ha spiegato il coordinatore regionale Usb Vigili del Fuoco Carmelo Barbagallo -. Per tanto, in un territorio importante e fondamentale per la Sicilia, come quello di Catania, c’è bisogno di più rispetto per le nostre categorie e dunque per il compito di garantire sicurezza alla popolazione”. Commentando la notizia dell’arrivo di 170 Vigili del Fuoco in Sicilia, Barbagallo ha aggiunto: “E’ una mezza buona notizia perchè le carenze d’organico restano. Come Usb Vigili del Fuoco Sicilia rimarremo sempre attivi per la tutela e la salvaguardia della popolazione e dei soccorritori. Ricordo che i Vigili del Fuoco non hanno ancora una tutela sanitaria completa, che devono pagare le spese di sanitarie causate dell’attività di servizio di tasca propria, pur rischiano la vita qualsiasi condizione ambientale, dai diluvi alla siccità”.  

A Catania serve più rispetto verso le Forze dell’ordine

Il segretario provinciale NSC Catania Angelo Consolo si è concentrato sullo spirito di “avversione” che si percepisce in città contro le Forze dell’Ordine: “Purtroppo nel tempo abbiamo riscontrato un’avversione verso le Forze dell’ordine costante e continua, per questo riteniamo essenziale la partecipazione della cittadinanza civile nella concretizzazione del concetto di sicurezza. Senza la collaborazione della società civile, ma anche delle istituzioni, per instillare il senso di legalità che sta alla base della sicurezza, c’è poco da fare. Percepiamo una sensazione d’impotenza – ha spiegato Consolo – per questo auspichiamo più regole conformi al nuovo stato delle cose. Noi siamo un mezzo per garantire sicurezza e legalità, non un ostacolo”.  

Chiara Borzì

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