Cisl Catania, “tirata d’orecchie” all’industria

Cisl Catania, “tirata d’orecchie” all’industria

CATANIA –Il vero problema è che oggi da parte della politica c’è un irresponsabilità generale sulle questioni industriali. Sulle vertenze si arriva in maniera superficiale e troppo in ritardo. Invece noi pensiamo che il cuore economico dell’Italia sia ancora l’industria che è quella che dà occupazione alla maggior parte dei lavoratori e che genera pil per tutto il paese“.

Così Il numero uno della Fim Cisl, Marco Bentivogli, oggi a Catania in occasione del consiglio generale della categoria. In sala Bonaventura stamattina riflettori accesi sulla crisi nera che ha colpito il settore, con particolare riferimento alle difficoltà che sta attraversando Acciaierie di Sicilia.

Attualmente – ha affermato Bentivogli il governo nazionale si sta occupando in maniera anche troppo ossessiva di mercato del lavoro. Il mercato del lavoro di per sè non crea lavoro. Ci sono state in dieci anni sette riforme del lavoro che non hanno creato alcun posto di lavoro“.

E sul jobs act dice che “solamente se sarà modificato bene potrà regolare meglio il mercato del lavoro. Qui il problema vero è ricreare lavoro e per far questo bisogna difendere consolidare e rilanciare le industrie. Purtroppo ancora provvedimenti su questo non ne abbiamo visti. In Sicilia ci sono state sottovalutazioni soprattutto su fasce importanti come in questa provincia di hi- tech, settori che andrebbero promossi e rilanciati“.

A prendere parte ai lavori anche Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania, Totò Picciurro, e Piero Nicastro, segretario Fim Cisl.

Acciaierie di Sicilia è un azienda in grande sofferenza – ha detto Nicastroattualmente la produzione è dimezzata per i problemi relativi al costo dell’energia elettrica. La politica deve intervenire e subito sia abbassando il costo dell’energia elettrica sia intervenendo sul mercato del rottame. Intanto il 29 è previsto un nuovo vertice in Prefettura alla presenza degli assessori regionali al lavoro e alle attività produttive” .

Prospettiva diversa invece per il settore hi-tech – aggiunge -. Finalmente in St si torna ad investire per aumentare le aree di produzione a 8“. E sulla 3 Sun dice infine che “anche qui bisogna puntare per farla crescere sia per nuovi impianti sia per l’innovazione tecnologica“.