C’era una volta l’Urp. “Bianco lo ha distrutto”

C’era una volta l’Urp. “Bianco lo ha distrutto”

CATANIA – Facciamo un giochino. Osservate bene la foto. Indovinate cosa si cela all’interno del portone. Sì, è un ufficio. Sì, siamo a Catania. Allargate la foto per leggere cosa c’è scritto sull’insegna. Troppo facile? Basta leggere? Sbagliato. Sbagliatissimo. Quel che c’è scritto riguarda un tempo passato, è sbiadito dal sole, trascurato dal tempo. Perché nulla segnala quale ufficio comunale è ospitato all’interno del palazzo che si trova al civico 3 di Piazza Matteotti. Nemmeno una semplice targa. Nulla. La porta si apre sul nulla.

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Il nulla voluto da Enzo Bianco. Sempre lui. Ancora lui. Il sindaco che ha demolito, mortificato, eclissato l’Urp, l’Ufficio Relazioni col Pubblico, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di qualsiasi amministrazione che si rispetti, di qualsiasi amministrazione votata al compito che le è stato affidato dai cittadini, cioé occuparsi di loro, ascoltarli, relazionarsi, farli sentire partecipi, tutelati, compresi. Esatto. Quella che vedete è la nuova sede dell’Urp di Catania. Lo è dal 14 luglio di quasi due anni fa. Dal piano terra all’interno del Palazzo di Città, dove si trovano l’Urp di tutte la grandi città, ad un anfratto. Da allora nessuno si è premurato di fare installare una segnaletica per indicare come raggiungerla, tantomeno di fare affiggere una targa con su scritto nome e orari dell’ufficio comunale. Quindi pubblico. Lo sappiamo, si sottolinea l’ovvio, ma i fatti raccontano che a Catania di ovvio c’è l’assurdo, qualsiasi cosa contrasti con la logica, con i doveri di chi ha la responsabilità di governo e i diritti di chi paga le tasse comunali. E dire che quando è stato deciso il cambio di sede, sul sito istituzionale del Comune di Catania è stato annunciato che “l’Urp si sta trasferendo, dal piano terra di Palazzo degli Elefanti ai locali al piano terra di piazza Matteotti anche questo con accesso diretto per i diversamente abili. Saranno pertanto possibili, nelle fasi del trasferimento, dei disagi per l’utenza di cui l’Amministrazione si scusa sin da ora, assicurando che ci sarà l’impegno massimo per evitarli”.

È ancora visibile facendo una facile ricerca sul web. Alla faccia dell’impegno. L’ufficio che più di tutti interessa ai cittadini che non vogliono sentirsi isolati, che hanno bisogno di chiedere interventi per problematiche risolvibili soltanto dai vari settori amministrativi, è stato nascosto e reso difficile da raggiungere. Soprattutto dai disabili, dagli anziani e dalle donne con prole al seguito. Ecco altre due foto che non avrebbero bisogno di commenti. Nella prima si vede l’ingresso della via, dove non ci sono stalli riservati né al personale dell’ufficio né all’utenza.

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I posti sono tutti occupati dal personale della questura che si affaccia su Piazza Matteotti. I mezzi sono posteggiati come vedete e lo scatto è stato fatto in una fase di respiro… Nella seconda foto ecco il dettaglio di quello che dovrebbe essere l’accesso per i disabili.

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Una grezza, vecchia spruzzata di cemento che, oltre ad avere deturpato l’antico ingresso del palazzo e le caratteristiche basole del marciapiede, non è un accesso a norma per i disabili. È un approdo di fortuna, coloro che hanno il coraggio riescono nell’impresa di raggiungere la zona antistante la sede dell’ufficio. E le condizioni in cui lavorano gli impiegati completano un quadro che la dice lunga sulla considerazione che Bianco ha per gli impiegati e la cittadinanza. I locali sono scomodi, l’umidità divora le pareti ed è frustrante raccogliere le lamentele di cittadini amareggiati, delusi.

Amarezza condivisa da Gaetano Scuto, per dieci anni responsabile dell’Urp di Catania. “Piange il cuore a vederlo così. È vero, verissimo quel che raccontate – ci dice – mi interesso ancora a quel che accade all’interno del Comune, eppoi certe cose sono andato a vederle coi miei occhi, e l’Urp è stato declassato. Bianco lo ha distrutto. Purtroppo è così. E dire che nella prima sindacatura era stato lui a volerlo. Ma il sindaco di adesso non è quello di allora. È irriconoscibile”.

Una storia travagliata, quella dell’Urp, la Cenerentola degli uffici istituzionali. “Prima che ci mettessimo mano 10 anni fa, nemmeno si aveva cognizione di come si dovesse farlo fruttare come si deve. Abbiamo fatto un gran lavoro, che è stato pure riconosciuto con un premio dedicato alle amministrazioni pubbliche nel 2005. Siamo stati i primi a fare scuola ai comuni di molti paesi etnei, da noi venivano a studiare studenti di Scienze della Formazione. Ma è stata sempre una lotta contro le invidie dei dirigenti di altri uffici all’interno del palazzo comunale, che volevano sottrarci la sede, farci mettere in secondo piano. Non bisogna prendersela soltanto con la politica. A Catania sono sempre stati pochi i dirigenti comunali degni del ruolo affidato loro. Per questo non mi stupisce quanto sta avvenendo. Non basterebbe cambiare sindaco. Bisogna rinnovare tutta la macchina amministrativa e fare in modo che, regole alla mano, funzioni col massimo rigore”.

Alessandro Sofia