“C’è un morto nella grotta”, cane da soccorso trova resti umani sull’Etna: ecco a chi appartengono – VIDEO

“C’è un morto nella grotta”, cane da soccorso trova resti umani sull’Etna: ecco a chi appartengono – VIDEO

ZAFFERANA ETNEA – Nel corso delle quotidiane attività di addestramento condotte sulle pendici dell’Etna dai militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi (Catania), sono stati rinvenuti dei resti umani in una grotta lavica di difficile accesso.

La scoperta è avvenuta nel corso di una delle frequenti esercitazioni nel territorio di Zafferana Etnea che vede impegnati i Finanzieri etnei con le proprie unità cinofile nelle esercitazioni volte al mantenimento dell’efficienza operativa.

Il cane da ricerca e soccorso Halma, un brillante pastore tedesco, ha iniziato ad abbaiare dando segni di interessamento all’indirizzo di una grotta presente nella zona delle operazioni, tipico comportamento segnalatore in caso di rinvenimento di persone disperse o decedute, attirando insistentemente l’attenzione del suo conduttore.

I militari operanti si sono dunque concentrati nell’anfratto segnalato, che si presentava particolarmente stretto e accidentato, introducendosi non senza difficoltà fino al fondo dello stesso, dove rinvenivano dei resti umani, le cui pessime condizioni facevano da subito capire che il decesso risaliva a molto tempo addietro.

Informata immediatamente l’autorità giudiziaria etnea, si è quindi proceduto ai necessari rilievi a cura della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale dei carabinieri di Catania e al successivo trasporto dei resti all’obitorio dell’ospedale Cannizzaro.

La grotta dove è stato recuperato il cadavere

Le Fiamme Gialle sono ora all’opera per dare un nome e un volto all’uomo che ha trovato la morte in fondo a quella grotta verosimilmente tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90, probabilmente in autunno o in inverno. Le prime indagini scientifiche e l’esame del luogo del ritrovamento fanno ipotizzare che si tratti di un uomo di almeno 50 anni di età, alto circa 170 cm, con delle malformazioni congenite al naso e alla bocca.

Dall’immagine cristallizzata che si è presentata ai militari SAGF del Comando Provinciale di Catania, sembra che l’uomo si sia introdotto volontariamente nell’anfratto, altrimenti difficilmente accessibile, e che sia morto per cause non violente.

Indossava dei lunghi pantaloni scuri, una camicia chiara a righe, un leggero maglione di lana, una cravatta nera, una mantellina di nylon verde scuro, un cappello di lana con pon-pon e degli scarponcini pivetta n. 41. Recuperate anche delle monete metalliche del vecchio conio.

Ai fini del riconoscimento, si precisa che l’uomo indossava al polso un orologio marca Omega con cinturino in tela e aveva al seguito un pettine con custodia.

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