“Che cazzo stanno a magnà? Non so dove dormirò”. Il sisma attraverso audio, messaggi e foto in esclusiva dei vigili del fuoco

“Che cazzo stanno a magnà? Non so dove dormirò”. Il sisma attraverso audio, messaggi e foto in esclusiva dei vigili del fuoco

[wpvp_embed type=youtube video_code=3pyfI3jPOyc width=670 height=377]

CAMERINO – Avete ascoltato l’audio? Ecco anche la trascrizione.

“Ragazzi avete notizie del MSL di Norcia? I colleghi, purtroppo, stanno a mangià grazie al volontariato del Soccorso Alpino. Perché la mensa del distaccamento è in disuso. Quindi gli arrivano precotti direttamente da Perugia e potete immaginare che cazzo stanno a magnà”.

Perché deve essere tutto ben chiaro. Quel che abbiamo trascritto e che potete ascoltare e riascoltare quanto vorrete nel file è l’audio in nostro possesso di un vigile del fuoco impegnato a Camerino, uno dei centri colpiti dal sisma che ha nuovamente aggredito il Centro Italia. Il tono è allarmato, amareggiato. stanco. Si chiedono ad un collega notizie del Modulo di Supporto Logistico atteso per allestire una mensa che garantisca pasti caldi agli uomini impegnati sul campo in turni stressanti, massacranti, che hanno bisogno di una dignitosa alimentazione. E scopriamo che pure i vigili del fuoco hanno bisogno del preziosissimo aiuto dei volontari. Nel caso che vi stiamo documentando, se non fosse per quelli del Soccorso Alpino rischierebbero perfino di dovere stringere la cinghia. Ecco quel che giunge da Perugia.

cibovvff

Del Modulo nemmeno l’ombra. È così che dovrebbero alimentarsi i vigili del fuoco. Ecco a cosa ci si riferisce nell’audio quando si dice “Potete immaginare che cazzo stanno a magnà”. Ecco che cazzo stanno a magnà, dopo ore di impegno duro, durissimo, fra le macerie, al servizio della popolazione.

Ecco quel che non si racconta. Ecco quel che viene tenuto nascosto. Fiumi di parole; ostinato, voyeuristico indugiare sulle lacrime di chi è disperato, sull’angoscia di chi ha perso tutto, sul terrore che fa audience, ma non si punta l’attenzione su quel che ogni sisma imporrebbe di conoscere. Cioè che i primi ad agire durante le emergenze per il Governo italiano sono gli ultimi. Chi rappresenta sul campo, di fatto, quel che dovrebbe essere un popolo – coesione, abnegazione, solidarietà, forza – è abbandonato a se stesso.

A Camerino, simbolo di quel che viene nascosto sotto il tappeto scossa dopo scossa così come già avvenuto dopo il disastro di Amatrice, sono costretti ad operare così. Disagio e frustrazione viene sfogato, condiviso fra colleghi. Abbiamo la possibilità di mostrarvi anche il brano di una conversazione tramite WhatsApp.

messaggivvff

Si chiedono se hanno mangiato. C’è perfino il dubbio su qualcosa che dovrebbe essere garantito, ovvio. E anche su dove dormiranno. Sembra assurdo, ma è così: i vigili del fuoco impegnati sui luoghi del terremoto non hanno la certezza di mangiare e di dove dormire.

Mentre la struttura del distaccamento di Camerino continua ad essere operativa nonostante sia stata resa inagibile dal terremoto perché non a norma antisismica, così come abbiamo scritto nel pezzo pubblicato domenica scorsa, quello in cui Costantino Saporito e gli altri vigili del fuoco dell’Usb impegnati in prima linea rivelano che non sono in sicurezza la maggior parte delle sedi nazionali.

Una foto che sintetizza tutto. È quella della copertina, che vi invitiamo a osservare attentamente, perché dice più di mille parole.

Le tende all’esterno della sede del distaccamento dei vigili del fuoco di Camerino. I vigili del fuoco dormono dentro le tende perché la loro sede è di fatto inagibile, così come documentano altre immagini in esclusiva.

Ecco le crepe attorno alla pertica per raggiungere i mezzi dagli alloggi.

crepa-pertica

Ecco la crepa che ha vistosamente inciso la parete della cucina.

crepacucina

Ecco la crepa che c’è nello spogliatoio.

crepaspogliatoi

Ed ecco quella che ha lesionato una delle basi della sede.

crepafondamentasede

Sta succedendo adesso. Sta succedendo davvero. Mentre scriviamo. Mentre leggete. Il terremoto distrugge e rivela. L’Italia è spaccata in due. E la crepa più drammatica, quella fra chi fa e chi ostacola è sempre più profonda.

Alessandro Sofia