Catania, vive di sola pensione e rischia lo sfratto: la richiesta di aiuto di una giovane ipovedente

Catania, vive di sola pensione e rischia lo sfratto: la richiesta di aiuto di una giovane ipovedente

CATANIA – Riflettori puntati su Catania e, in particolare, su una struttura situata in pieno centro storico. Si tratta dell’istituto per ciechi denominato “Ardizzone-Gioeni“, stabile sito in via Etnea e sede dell’omonimo Istituto pubblico di assistenza e beneficenza.

Una residente di quest’ultimo ha contattato la nostra redazione per lanciare un grido di aiuto e per trovare una soluzione al suo “problema”.

La persona in questione si chiama Jessica Costa ed è una giovane ipovedente che, oltre a quelli che potrebbero apparire come limiti fisici, sta avendo anche delle difficoltà a livello economico.

Jessica ha raccontato ai nostri microfoni le condizioni in cui versa attualmente: “Mi è arrivata una lettera in cui mi viene chiesto di pagare la retta mensile dello stabile. Si tratta di circa 3mila euro. Devo comprare il mangiare, i vestiti e i farmaci con i 500 euro di pensione. Fra 15 giorni se non pago l’affitto mi buttano fuori. Non so dove andare e ho la residenza qui perché sono senza genitori. Dove me ne vado? È vero che giuridicamente devo questi soldi, però con la mia pensione non ci arrivo. Visto il mio budget che è di 500 euro sarei disposta, anziché pagare la retta, a fare un servizio all’interno dello stabile in compensazione della quota da dare”. 

Alle dichiarazioni della ragazza ha risposto il commissario Giampiero Panvini, contattato dalla nostra redazione: “Se c’è una retta da pagare qualcuno deve pur provvedere; l’ente purtroppo si deve mantenere. È competenza degli uffici: se gli uffici hanno chiesto alla signora di pagare le rette è perché lei le deve pagare. Mi dispiacciono queste situazioni. Se è utente dell’ente, nostro malgrado, deve pagare. Noi siamo enti di assistenza e diamo aiuto, purtroppo ci sono anche questi casi. Ripeto, se gli uffici hanno richiesto somme dovute hanno fatto il loro dovere”.

L’ente, dunque, per legge deve muoversi così, pur conoscendo e comprendendo a pieno le difficoltà della giovane.

Nel frattempo il tempo scorre e la necessità di un aiuto, nei confronti di Jessica Costa, si sta rendendo sempre più impellente. Pertanto, il tutto si traduce in una richiesta di solidarietà, rivolta a chiunque volesse e potesse aiutare questa donna in difficoltà, prima di finire per strada.

Immagine di repertorio