CATANIA – “Il primo passo da compiere oggi per tenere conto nei prossimi concorsi degli operatori sanitari in trincea contro il Covid-19 è di unificare i modelli contrattuali con cui sono stati reclutati nell’emergenza”.
È quanto dichiarano le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil, con le federazioni di categoria F Cgil, Fp Cgil Medici, Cisl Fp, Cisl Medici, Uil Fpl a commento dell’intervista rilasciata dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, al web magazine Insanitas.it, col titolo “Coronavirus, Razza: ‘Nei concorsi terremo conto degli operatori sanitari in trincea’”, con la data del 18 aprile 2020.
“Apprezziamo molto le dichiarazioni contenute nell’intervista – affermano i segretari generali provinciali Giacomo Rota (Cgil), Maurizio Attanasio (Cisl), Enza Meli (Uil), Salvatore Cubito (Fp Cgil), Carmelo Calvagna (Fp Cgil Medici), Armando Coco (Cisl Fp), Massimo De Natale (Cisl Medici) e Stefano Passarello (Uil Fpl) – come abbiamo apprezzato la decisione di costituire il comitato regionale, insieme a Cgil Cisl e Uil siciliane, per applicare il protocollo di sicurezza sanitaria dei lavoratori e dei cittadini.
Anche se stiamo ancora aspettando una risposta sulla nostra richiesta di incontro per costituire a Catania un analogo comitato con sede territoriale, proposta che l’assessore aveva allora condiviso, saranno, comunque, i fatti a dimostrare e a certificare la conversione delle intenzioni nelle iniziative conseguenti. E proprio perché è dai fatti che occorre iniziare, il primo passo da compiere partendo dall’unificare i modelli contrattuali con cui sono stati arruolati infermieri e medici. Grazie ai bandi regionali e in applicazione ai dettami del Governo nazionale nei vari reparti Covid-19 dei nostri ospedali, sono stati arruolati tantissimi giovani che hanno risposto alla ‘coraggiosa chiamata’ voluta dall’assessorato alla Salute, al contrario di quanti hanno pensato bene di restare nel silenzio pur essendo collocati utilmente in quelle arcaiche graduatorie concorsuali. Quei giovani professionisti della salute, però, loro malgrado, si sono ritrovati reclutati con contratti di lavoro differenti e, in futuro, stante le regole attuali, avranno trattamenti diversi. Cioè, oltre al danno immediato avranno forse anche la beffa futura?”.
Secondo Cgil, Cisl e Uil di Catania e le rispettive federazioni dei Medici e del Personale Sanitario servono garanzie per chi lavora, da un punto di vista sia contrattuale che di sicurezza. I tentativi di consultazione con le istituzioni non mancano di certo.
“Per dare una immediata risposta ai diritti e alle tutele di tutti i lavoratori reclutati – concludono i segretari –, abbiamo chiesto all’assessore Razza di unificare il contratto di arruolamento, trasformando i Co.Co. Professionali in contratti di lavoro subordinato, l’unico che, nel caso di infezione da Covid19, darebbe più tutele ai professionisti in questione. Abbiamo anche chiesto all’assessore di riportare tutti tali ‘magnifici lavoratori’ ad avere pari diritti e pari tutele perché pensiamo che non ci siano state differenze nelle procedure di cura e assistenza dei pazienti, né nel bardarsi per entrare nelle camerate Covid, o ancora nel sostenere pesanti turni o nell’accudire amorevolmente i pazienti, in special modo quelle persone anziane strappate alla morte.
Pensiamo, al contrario, che tali professionisti abbiano avuto il coraggio di affrontare, a volte con poche armi rappresentate dai dispositivi di protezione individuale, il ‘mostro Covid’, al pari dei colleghi più anziani. Su questi e sui temi della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, abbiamo già dato all’assessore Razza la nostra disponibilità al confronto e gli abbiamo già chiesto di costituire a Catania un comitato territoriale per applicare il Protocollo di sicurezza: avremmo molte questioni da affrontare a partire dalla fase 2 ai nuovi protocolli per trattare le persone disabili rimaste in quarantena e senza servizi da ormai quasi 50 giorni. Noi siamo sempre pronti al confronto e a dare idee e supporto per tutelare i diritti dei lavoratori e dei cittadini”.