Catania, sit-in dei pensionati. Presentate proposte al Governo

CATANIA – Si è tenuto oggi davanti alla Prefettura di Catania, un sit-ln dei pensionati di CGIL-ClSL-UlL della provincia di Catania nel quadro delle iniziative indette in seguito della decisione del governo Renzi sulla perequazione delle pensioni. Una delegazione guidata dai segretari generale provinciali Nicoletta Gatto (Spi Cgil), Marco Lombardo (Fnp Cisl) ed Enza Meli (UilPensionati) è stata ricevuta in Prefettura. Spi Cgil, Fnp Cisl, UilPensionati rivendicano e reiterano la richiesta al governo nazionale di istituire un tavolo di confronto che individui proposte e soluzioni con i seguenti obiettivi: a) costruire un sistema di rivalutazione delle pensioni all’inflazione più equo e che tenga conto dei consumi specifici dei pensionati e degli anziani; b) modificare la Legge Fornero, anche per quanto riguarda la reintroduzione di forme di flessibilità di uscita dal mondo di lavoro, che potrebbero pure facilitare il turn over e l’occupazione giovanile; c) ridurre la pressione fiscale, a livello nazionale e locale, sul lavoro e sulle pensioni; d) equiparare la no tax area per lavoratori e pensionati; e) eliminare il fiscal drag; f) estendere il bonus di 80 euro anche ai pensionati e agli incapienti, perché a parità di reddito è ingiusto escludere i pensionati da un beneficio a carico del bilancio dello Stato; g) una legge nazionale sulla non autosufficienza, con finanziamenti vincolati, adeguati e certi.

Spi Cgil, Fnp Cisl, UilPensionati ritengono che solo attraverso tali scelte necessarie si possa recuperare fiducia e giustizia sociale, presupposti fondamentali per una reale lotta alla povertà, per la ripresa economica, produttiva e occupazionale del nostro Paese.

«Respingiamo con determinazione dicono Gatto, Lombardo e Meli il tentativo di criminalizzare i pensionati che, dopo anni di lavoro, di contributi versati, di tasse pagate più alte di tutti gli altri pensionati europei, sono oggi additati come privilegiati che rubano il futuro ai giovani, e ciò perché si deve mascherare l‘incapacità di produrre un “Welfare di Stato” sufficiente e non discriminatorio che, al contrario ha visto i pensionati, sostituirsi allo Stato e con le loro modeste pensioni e con ii loro lavoro di cura, sostenere figli e nipoti disoccupati e inoccupati».

L’impegno dei pensionati e delle pensionate per l’equità economica, fiscale e sociale evidenzia quanto sia ancora importante il ruolo delle persone anziane e pensionate nelle società e va rispettato proprio da quello Stato che si definisce democratico e pluralista, nel nome di quella cittadinanza partecipata voluta dai Padri Fondatori della nostra Costituzione.