Catania, scomparsa Mariella Cimò: pg chiede 25 anni per il marito Salvatore Di Grazia

ACI SANT’ANTONIO – Confermare la condanna a 25 anni di reclusione per omicidio e occultamento di cadavere. È questa la richiesta avanzata dal procuratore generale Angelo Busacca alla terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania per Salvatore Di Grazia, pensionato 83enne accusato di avere ucciso la moglie Mariella Cimò, 72 anni.

I motivi che sarebbero alla base della scomparsa della donna sarebbero da attribuire a contrasti economici e passionali. Dal 25 agosto 2011, infatti, della signora Cimò non si hanno notizie. La denuncia di scomparsa era stata presentata dal marito il 5 settembre successivo, cosa che ha fatto molto discutere circa la sua colpevolezza nell’eventuale omicidio della moglie. Il corpo della donna non è stato mai trovato.

Esattamente due anni fa era stata emessa la sentenza di primo grado. Al momento della scomparsa di Mariella, la coppia era sposata da oltre 40 anni.

Negli ultimi periodi c’erano stati dei contrasti che riguardavano in particolare la gestione di un autolavaggio self service per auto ad Aci Sant’Antonio (Catania) di proprietà della donna ma nel quale lavorava Di Grazia. La donna lo voleva vendere, mentre il marito era assolutamente contrario anche perché, sostengono gli investigatori, “utilizzava gli uffici per incontri legati a relazioni extraconiugali”.

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