CATANIA – “Il catanese va educato e deve essere più partecipe”: è questa la sintesi dello chef Pietro Arezzo dell’hotel Villa del Bosco in merito alla mancanza di ristoranti stellati a Catania.
Problema che per i cittadini è legato al gusto e al portafogli, per gli esperti del settore culinario al fatto che i catanesi non sanno mangiare.
Ebbene, Pietro, vincitore di un campionato italiano di finger food a Padova, vive in questo mondo da 20 anni e ci ha spiegato il punto di vista di chi sta dietro le quinte, ma che svolge un ruolo importantissimo per la buona riuscita del risultato finale.
E il bicchiere non va visto mezzo vuoto, perché qualcosa sta cambiando: “Il catanese deve essere educato. E si vede che c’è una piccola evoluzione. La cucina gourmet sta prendendo piede e ci stiamo abituando a palati diversi e colorati in base alle stagionalità. Questo anche grazie al lavoro di molte associazioni”. Anche se, sulla base della propria esperienza, Pietro sottolinea che “non si può improvvisare: l’approssimazione cancella la novità”.
Il problema, però, non è legato solo al catanese, ma anche alle difficoltà economiche in cui si vive al giorno d’oggi: “Quello della cucina, al momento, è un mondo di tendenza, dove si introducono molti ragazzi, convinti che si possano guadagnare cifre importanti, ma non è così facile. Quello dello chef è un mestiere difficile che richiede tanta passione e costanza, oltre che originalità”.
È questo il punto di partenza per essere stellati, perché l’attività di ristorazione è come una macchina e deve poter fare affidamento su tutte le componenti: “Purtroppo non basta solo lo chef stellato, ma ci vogliono tanti buoni elementi per comporre un team di qualità”.
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Come fare cucina di eccellenza allora? E qual è la migliore palestra? “Il percorso alberghiero è la serie A di questo mestiere, dietro al quale si nasconde un lavoro pieno di sacrifici e in cui non si smette mai di imparare. Oggi è difficile avere un ristorante stellato anche perché ci vorrebbe qualcuno disposto a investire e a crederci”.
E, al riguardo, la dirigenza Romano, proprietaria di Villa del Bosco, ha esposto il suo pensiero: “La situazione economica in cui ci troviamo oggi non aiuta. Forse, per questo, manca il coraggio. Ed è anche per il fatto che per un albergo non è la prima fonte di business la ristorazione di eccellenza”.
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