Catania, alla ricerca dei randagi: ecco le zone maggiormente frequentate

CATANIA – Quanti di voi hanno visto cani passeggiare per strada, con i loro padroni, legati a guinzaglio? E quanti invece ne hanno visti liberi ma con il padrone accanto? Invece, chi si è trovato dinnanzi ad un gruppo di cani liberi, senza nessuno? 

È ovvio che, di domanda in domanda, il cerchio si restringe per arrivare al dunque: il randagismo, un fenomeno che ha colpito ancora. Una delle tante problematiche che si hanno in Sicilia: cinque giorni fa, a Catania, un anziano è stato azzannato da un branco di cani randagi tra via Sebastiano Catania e via degli Ulivi: il presidente della commissione comunale all’Ambiente Salvatore Anastasi ha chiesto pubblicamente l’intervento delle istituzioni per fermare questo fenomeno.

La foto sopra ritrae viale Adriatico, una zona piena di sterpaglie di fronte all’ipermercato Iperfamila dove nella notte e nelle prime ore della mattinata si può incontrare lo stesso branco che ha azzannato l’anziano.

Come lo sappiamo? A dire il vero, lunedì scorso diversi lettori ci hanno segnalato le zone dove potrebbe essere possibile incontrare alcuni cani potenzialmente pericolosi:

“Questo è un gruppo di cani randagi che vaga in quelle zone […] mordendo persone: come sta succedendo negli ultimi mesi, in particolar modo questi randagi frequentano spessissimo via Poggio del Lupo, a Misterbianco, nella zona delle nuove cooperative. Sempre la solita cosa, saranno una decina e sono pericolosissimi”.



Oppure: “Anche nella zona del cinema Planet, pericolosissimo uscire a far passeggiare il cane, sterminano i gatti”. Quindi in strade come via del Cristallo e viale della Costituzione.

Un incrocio tra via del Cristallo e via della Costituzione (a destra)

Non solo: ci sono anche dei commenti che criticano la mancata sterilizzazione e che puntano il dito contro l’amministrazione comunale. “L’unica città in Italia con i cani randagi a spasso […]. I canili comunali non ci sono? Sempre degrado e abbandono”; “Qui si vive tra queste povere creature buttate in mezzo alla strada che diventano pericolose”; “Se avessero applicato un piano di sterilizzazione, non ci sarebbe nessun allarme randagismo! […] A pagare sono la gente e gli animali!”.

Il punto comune è il mancato piano di sterilizzazione e l’assenza di canili comunali: senza questo, i cani vagano insieme e crescono in maniera sbagliata, molto aggressiva. In Sicilia, ad esempio, c’è già stato un caso a Caltanissetta dove un 13 enne è stato azzannato da un randagio ed è stato portato immediatamente in ospedale. Come combattere il fenomeno? Beh, forse qualcuno ci ha pensato ma non troppo a lungo: polpette avvelenate e wurstel con chiodi conficcati dentro. Certamente un metodo discutibile perché uccidere un animale non è la soluzione che deve venire in mente.

È anche vero che a Catania il numero che simbolegga i padroni che abbandonano i loro cani per strada è molto alto, sebbene sia in miglioramento: in province come Palermo, Trapani ed Agrigento, invece, ci troviamo di fronte ad una decrescita almeno del 20% per i cani che entrano in un canile. Da 900 a circa 750 (dati luglio 2016).