CATANIA – La mattina del 9 gennaio 2021, su delega della Procura della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato, a esito di una complessa indagine, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania nei confronti di Marco Rapisarda, 44 anni, Ivan Stella 30 anni, Giuseppe Nicolosi 34 anni, Ivan Zappalà 24 anni, Francesco Distefano 39 anni e Paul Giorgian Calinescu 33 anni, ritenuti responsabili di una pluralità di reati contro il patrimonio, tra cui efferate e cruente rapine in abitazione, commessi in un breve lasso di tempo e caratterizzati da un identico modus operandi.
Le azioni delittuose avevano come destinatari persone anziane, spesso sole, sorprese nottetempo, nella propria abitazione e precedute da una meticolosa attività preparatoria, con attenti sopralluoghi e pedinamento delle vittime.
Il provvedimento restrittivo accoglie i gravi indirizzi di colpevolezza rassegnati alla locale autorità giudiziaria dalla Squadra Mobile, Squadra Antirapine, a esito di una indagine che ha tratto origine dal tentativo di rapina subìto da un noto gioielliere catanese che è stato sorpreso in casa, dove si trovava con la moglie, da un insolito blackout elettrico.
Insospettito da quanto accaduto, il gioielliere ha aperto la porta di casa per ripristinare la corrente elettrica ma in quel momento si è trovato davanti un gruppo di uomini, armati e incappucciati, che hanno tentato di forzare la porta per entrare all’interno dell’abitazione e rapinare i proprietari. L’irruzione in casa, tuttavia, è stata scongiurata dal fermo-porta inserito dalla vittima e dalla sua tempestiva reazione che lo ha spinto a intimare ai rapinatori di essere armato, mettendoli così in fuga.
Le attività investigative, avviate a seguito dell’evento, hanno fornito agli investigatori una pista determinante per i successivi sviluppi investigativi: il gioielliere era stato seguito per diversi giorni, compreso quello programmato per l’attuazione della rapina, da alcuni componenti del gruppo che ne avevano studiato abitudini e orari. Uno di questi è stato immediatamente identificato per il pregiudicato Ivan Stella.
Il blackout è stato un escamotage studiato allo scopo di costringere la vittima ad aprire la porta di casa, cogliendolo di sorpresa.
Le successive indagini sul conto di Ivan Stella, soggetto orbitante nel rione Cibali, hanno condotto la Squadra Mobile agli altri partecipanti alle attività delittuose consentendo di monitorarne incontri frequenti avvenuti in prevalenza in via Zaccà, divenuta il centro di riferimento degli affari illeciti degli indagati e luogo in cui venivano programmate le azioni criminose.
È stato accertato che proprio nel citato indirizzo è ubicata l’abitazione di Marco Rapisarda, ritenuto il soggetto di maggiore carisma criminale, condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto ritenuto contiguo al clan Cappello – Bonaccorsi.
Il prosieguo delle indagini ha, quindi, fatto luce intorno al core business del gruppo criminale che era quello delle rapine nelle abitazioni di vittime che rispondevano ad un preciso target: anziane, facoltose e da sole in casa.
La strategia criminale messa in atto era quella di sorprenderle nel cuore della notte e, con metodi da arancia meccanica, costringerle ad assistere al saccheggio dell’abitazione, immobilizzate con nastro adesivo o tenute in ostaggio sotto la minaccia delle armi. In tale conteso, sono state ricondotte all’azione predatoria degli indagati due violente rapine, analoghe per modus operandi.
La prima e più cruenta è avvenuta la notte del 7 ottobre 2020 ad Aci Castello (CT) nell’abitazione di un uomo ultranovantenne che è stato sorpreso da quattro uomini armati e con il volto coperto da passamontagna che lo hanno legato alle mani, alle caviglie e alla bocca con del nastro adesivo. I rapinatori gli hanno svaligiato la casa, privandolo anche di beni ai quali era profondamente legato.
Analoga azione violenta è stata reiterata la notte del 12 novembre 2020 all’interno dell’abitazione di un’anziana donna colta nel sonno, da uomini armati che, dopo essere entrati dalla terrazza, sono scesi al piano inferiore, raggiungendola nella sua camera da letto. Anche in questa occasione, la vittima è rimasta ostaggio del gruppo che l’ha minacciata di morte se non avesse consegnato tutto il denaro che custodiva in casa.
A riscontro di quanto emerso dalle indagini, a dicembre 2020 la Squadra Mobile – Squadra Antirapina ha tratto in arresto Ivan Stella in quanto in casa deteneva una pistola cal. 38 con matricola abrasa completa del relativo munizionamento. L’attività ha consentito anche di rafforzare il quadro probatorio a carico degli indagati in quanto, in quella stessa abitazione, sono stati sequestrati due passamontagna, quattro paia di guanti da lavoro e due rotoli di nastro adesivo, questi ultimi risultati compatibili con quello utilizzato per immobilizzare la vittima della rapina avvenuta ad Aci Castello (CT).
Nel medesimo contesto, al gruppo criminale è stato sottratto tutto il materiale occorrente per scardinare le porte delle abitazioni nonché rinvenuta un’autovettura rubata che gli indagati utilizzavano esclusivamente per recarsi sul luogo della rapina e trovati capi di abbigliamento identici a quelli indossati nel corso delle rapine.
Infine, è stato possibile anche addebitare agli indagati numerosi altri reati contro il patrimonio, tra cui furti in abitazione, furti di ciclomotori e ricettazione di vari beni, ritenuti strumentali al conseguimento del denaro necessario per sostenere le spese per la realizzazione di colpi maggiormente remunerativi.
Il provvedimento giudiziario ha applicato nei confronti degli indagati Ivan Stella, Giuseppe Nicolosi, Marco Rapisarda e Ivan Zappalà la custodia cautelare in carcere, mentre nei confronti di Paul Giorgian Calinescu la misura degli arresti domiciliari. La misura dell’obbligo di dimora infine, è stata disposta nei confronti di Francesco Distefano.
Immagine di repertorio