Catania raccontata da una brasiliana: “Qui si vive bene con poco”

Catania raccontata da una brasiliana: “Qui si vive bene con poco”

CATANIA – Catania o la si ama o la si odia, c’è poco da fare. Ma questo vale un po’ per tutta la Sicilia. Chi ci è nato e ci ha sempre vissuto, però, in un modo o nell’altro la porterà sempre nel cuore. 

Ma ci siamo mai chiesti come la vede chi la vive da estraneo?

È il caso di Sara, una giovane brasiliana di Florianòpolis che all’età di 30 anni ha deciso di lasciare la sua città natale per trasferirsi a Dublino. Qui ha conosciuto l’amore che l’ha portata a Catania, dove vive da alcuni mesi.

Lei sembra non avere dubbi, cibo e clima sono le cose che le piacciono di più: “Qui c’è una vera e propria cultura del cibo. Si sfrutta quello che la terra offre, con la sua qualità e la sua semplicità. C’è una grandissima varietà di frutta, verdura, farina. Non si mangia mai nei fast food, si preferisce il cibo sano e prodotto in casa. La cosa divertente è che in Brasile si pensa che gli italiani siano solo pasta, pizza, formaggio e vino. Per antonomasia, da noi, l’italiano è un po’ in sovrappeso. Venendo qui, invece, ho scoperto che c’è moltissima cura di sè. Tutti curano la propria forma fisica e il proprio aspetto, vanno in palestra e mangiano bene, esclusi i pranzi domenicali naturalmente”.

“Il clima poi – continua – è perfetto, si avvicina molto a quello del Brasile. Dopo aver vissuto a Dublino, però, lo apprezzo ancora di più. Ma i catanesi non sembrano riconoscerlo, c’è sempre chi, dopo qualche ora di pioggia, si lamenta e dice che qui piove sempre. Per me è perfetto così”.

Ma la cosa che più colpisce chi vive Catania per la prima volta è l’atmosfera della città e la gente che la abita. Catania si differenzia per il suo folklore e la giovialità dei suoi abitanti che, a detta di Sara, sono “estremamente aperti e amichevoli”

“Mi sono sentita accolta bene – dice – tutti sono gentili e molto simpatici. Ho notato che hanno certi valori, come quello della famiglia, che sono molto solidi. I figli tendono a seguire le orme dei genitori e a mantenere salde le proprie radici. Mi piace passeggiare al lungomare e vedere il panorama, camminare per le strade e sentire le urla dei venditori ambulanti di frutta e verdura che cercano di attirare i clienti. Mi piacciono la Villa Bellini e il Parco Gioeni con il suo panorama mozzafiato. Per non parlare dell’Etna. É la prima volta che vedo un vulcano attivo, viverci accanto per me è una cosa davvero strana e suggestiva. La guardo con timore e meraviglia allo stesso tempo. Un vero ‘gigante buono’ “.

Come sappiamo bene, però, Catania non è tutta rose e fiori e arrivano anche le note dolenti. Prima di tutte la spazzatura e la sporcizia per strada. “Vedo che c’è poca sensibilizzazione al riguardo. Ho visto spesso gente che butta le proprie carte fuori dal finestrino dell’auto come se fosse tutto normale. Da questo punto di vista c’è poco rispetto. Inoltre Catania, pur non essendo una grande città, come quelle in cui ho vissuto, è enormemente caotica. Il traffico è moltissimo perchè c’è l’abitudine di usare la macchina anche per piccole distanze. Si cammina poco a piedi, per non parlare dei mezzi pubblici. La maggior parte, poi, non rispetta le norme stradali. In Brasile e in Irlanda tutti mettono le cinture di sicurezza e il casco. Ma, al contrario di quel che si possa pensare, qui ho trovato meno criminalità delle città in cui ho vissuto. In Irlanda c’è molta microcriminalità e, in particolare al centro di Dublino, non è possibile neanche camminare per strada con il cellulare in mano senza rischiare che te lo rubino. In Brasile, invece, c’è troppa violenza e non puoi prendere la metro senza la paura che ti capiti qualcosa di davvero brutto. Qui, invece, posso camminare per strada in tranquillità”.

Ma la cosa che più ha colpito Sara è la qualità della vita. “A Catania – dice – si può vivere davvero bene con poco. Basta una passeggiata all’aria aperta, una visita al centro storico o una granita al bar. In Brasile tutto è troppo caro. In fondo però mi rendo conto che, per molti aspetti, la Sicilia non si allontana troppo dal mio paese. Mio padre lo dice sempre, è un po’ il Brasile d’Europa“.