CATANIA – Prima notte senza migranti a bordo per le due navi di Ong, la Humanity 1 e Geo Barents di Medici senza frontiere, ormeggiate, rispettivamente, da sabato e domenica scorsi nel porto di Catania.
Tutte le persone che erano rimaste a bordo sono state fatte sbarcare ieri sera e portate in un impianto sportivo di proprietà del Comune, il Palaspedini.
Geo Barents, ha annunciato ieri il capo missione Juan Mattias Gil, dopo un giorno di riposo e “il tempo di fare rifornimento“, “ritornerà in mare a salvare vite umane” nonostante il decreto ministeriale sulle ong perché, ha spiegato, “non ci possiamo fermare“.
La posizione di Sos Humanity sarà resa nota oggi durante una conferenza stampa prevista per le 11 al molo di Levante. La Cgil Sicilia, invece, ha annunciato che non si terrà il presidio di protesta ‘Facciamoli scendere’ che era stato annunciato per le 17 oggi nel porto di Catania a sostegno delle due navi ong.
La Comunità di Sant’Egidio esprime gioia per l’avvenuta accoglienza degli ospiti delle navi Humanity1 e Geo Barents. Ha prevalso il buon senso, superando il criterio di selettività sperimentato a Catania e permettendo finalmente l’abbraccio tra chi accoglie e chi è accolto.
Emiliano Abramo: “Siamo sinceramente contenti e grati per la reazione di tanti cittadini catanesi che in questi giorni si sono riversati al porto a presidiare ed inneggiare all’accoglienza: studenti, associazioni, il vescovo Renna e l’imam di Catania, parlamentari, singoli cittadini, persino bambini! Catania si conferma città umana e solidale“.
L’arcivescovo Mons. Luigi Renna e tutti coloro che in questi giorni hanno pregato e manifestato la loro solidarietà ai migranti e agli equipaggi delle navi Humanity 1 e Geo Barents, esprimono gioia e soddisfazione.
“Ha vinto il coraggio della verità che ha riconosciuto nel volto di queste persone quello di uomini e donne con una inalienabile dignità e per i cristiani, sempre e comunque, fratelli; il buon senso delle istituzioni; l’opera dei medici che hanno agito secondo ‘scienza e coscienza’, a cui va immensa riconoscenza di tutti; l’opera, fedele alla propria alta vocazione, della Protezione civile e della Croce Rossa“, afferma.
“Ora guardiamo al futuro perché tutto ciò che è avvenuto in questi giorni a Catania sia prevenuto e inizi una nuova stagione, a livello nazionale ed europeo, nella quale la qualità della nostra civiltà sia anche sinonimo di accoglienza responsabile e condivisa di chi fugge in cerca di speranza“, prosegue.
“Nell’incontro seppur fugace di domenica sera sulla banchina del porto, ho percepito che una umanità dolente, così simile ai ‘vinti’ del nostro Giovanni Verga, sullo stesso mare dei Malavoglia, chiedeva di vincere una ‘partita difficile’, quella della vita, che può essere affrontata solo con una legislazione lungimirante e una solidarietà capace di affrontare le urgenze“, conclude.