CATANIA – Si è svolto ieri pomeriggio a Catania un altro presidio per chiedere la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo che dall’1 settembre sono trattenuti nelle carceri di Bengasi. Il primo presidio è stato indetto dalla Federazione Del Sociale USB Catania, quello di ieri si è svolto contemporaneamente davanti alle Prefetture di Palermo e di Messina e, con altre modalità, anche un presidio dei familiari dei 18 pescatori all’interno dell’area portuale di Mazara del Vallo.
Il presidio di Catania – indetto da Antudo, GenerazioneBastaGià, Terra e Liberazione, dall’Associazione Pescatori Marittimi Professionali (APMP) e da altre single – è stato aperto dall’intervento di Mario Di Mauro, presidente dell’associazione Terra e LiberAzione, il quale, chiedendo la liberazione dei 18 lavoratori in mano a Bengasi, ha evidenziato “la grave situazione politico-economica coloniale che investe i popoli di tutta l’area del Mediterraneo, in modo particolare la situazione nell’arcipelago siciliano”.
A seguire tanti altri interventi, fra i quali quelli di Fabio Micalizzi, presidente dell’APMP, che ha ricordato la segnalazione fatta dalla Federazione Armatori Siciliani alle Prefetture e alle Questure sulla tipologia di sequestro dei 18 pescatori. Erasmo Vecchio, di Identità Siciliana, ha annunciato la richiesta che verrà consegnata a Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, per chiedere al presidente della Repubblica Mattarella, in qualità di capo delle forze armate, un intervento militare per liberare e riportare in Sicilia i 18 pescatori.
Giacomo Cacia, del CSP Graziella Giuffrida, ha dichiarato: “Siamo qui per sostenere la mobilitazione per chiedere la liberazione dei 18 pescatori”. Interventi anche da parte di Orazio Vasta, Angela Foti e Mirko Stefio.