CATANIA – Reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione di giovani rumene.
Con questa accusa, la polizia di Stato, nell’ambito dell’operazione “Iubita”, ha sgominato un’organizzazione composta da cinque romeni e da tre italiani di origini messinesi che, sia nel territorio catanese che in quello siracusano e messinese, costringevano le vittime a prostituirsi, persuadendole a lasciare il proprio paese per l’Italia con promesse di cospicui guadagni.
Purtroppo, però, una volta arrivate nel bel paese, le ragazze venivano “piazzate” sull’asse Siracusa-Catania-Messina. Attraverso le attività investigative la Squadra Mobile di Catania, è riuscita a scoprire la base logistica dell’organizzazione, situata a Furci Siculo (Me), paese dal quale le ragazze si spostavano giornalmente per raggiungere “il posto di lavoro”.
Le indagini, che si sono avvalse del supporto d’intercettazioni telefoniche, hanno anche evidenziato in alcuni casi la violenza esercitata nei confronti delle donne che si rifiutavano. Mentre i romeni avrebbero provveduto al reclutamento, alla collocazione sul mercato, alla gestione e riscossione dei guadagni, gli italiani si sarebbero occupati, dietro compenso in denaro, di accompagnare le donne sui luoghi di prostituzione, riaccompagnarle a casa e provvedere alle loro esigenze logistiche.