Catania, “peregrinatio” del velo della Santuzza: bagno di fedeli a Ognina

Catania, “peregrinatio” del velo della Santuzza: bagno di fedeli a Ognina

CATANIA – “Con Sant’Agata…battezzati e inviati: questo lo slogan con cui, stamane, la parrocchia di Ognina ha accolto la tanto attesa reliquia del velo della Santuzza, che ha così dato inizio alla sua tradizionale “peregrinatio.

Un bagno di fedeli, trepidanti, ha atteso con devozione, che, in piazza Duca di Camastra, arrivasse monsignor Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, con il prezioso tessuto, custodito nella bellissima teca di argento, che ha poi consegnato nelle mani del parroco del Santuario, don Franco Luvarà, per essere portato in processione attraverso via Galatioto, via Messina, via Dei Conzari, sino ad arrivare in piazza Ognina e fare ingresso in chiesa.

Tante preghiere corali, intercalati dal canto del celeberrimo Inno a Sant’Agata, hanno scandito i momenti del corteo, che ha visto i numerosi devoti e parrocchiani, in raccoglimento, elevare all’unisono le loro invocazioni e le loro suppliche alla Vergine Martire, patrona della città etnea.

A seguire, nel santuario mariano si è svolta la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo, alla presenza delle autorità, rappresentanti l’amministrazione comunale, di alcuni membri del comitato dei festeggiamenti agatini, insieme ai “mastri festa” da “Bammina“.

   

In primo piano il velo rosso o flammeumsegno distintivo delle donne consacrate a Cristo, custodito nel reliquiario a fiala in argento sbalzato, realizzato per volere dell’arcivescovo Francica Nava nel 1926, venerato dai devoti catanesi come segno della protezione di Dio sulla città etnea, per intercessione della loro concittadina Agata.

La presenza del sacro Velo di Sant’Agata nel nostro santuario mariano, – dichiara don Franco Luvarà, parroco della chiesa di S. Maria in Ognina – non sta solo a significare l’inizio dei festeggiamenti agatini e la particolare benedizione per il quartiere di Ognina, ma anche la comune vicenda di fede che accosta la Santa catanese alla Madre di Dio: due donne, entrambe giovanissime, che hanno creduto all’amore di divino e non hanno temuto di rendergli testimonianza, anche se, a causa della loro fede, hanno sofferto“.

È molto  probabile, – continua il sacerdote – che anche Agata curasse una sua devozione per la Madonna, dalla quale ha potuto assimilare alcune virtù ed esempi che hanno contribuito alla sua formazione umana e cristiana, e alla sua scelta di consacrarsi a Dio totalmente“.