CATANIA – Ridotta da 10 a 8 anni la pena a capo di Valentina Ferluto, la 30enne accusata di aver ucciso nel 2018 il proprio figlioletto di appena tre mesi, “scaraventandolo violentemente a terra” in preda a un raptus che – da quanto è emerso – neppure lei è successivamente riuscita a spiegarne il motivo.
A decidere la riduzione della condanna di reclusione è stata la prima Corte d’Assise d’Appello di Catania.
La Procura aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado emessa il 25 giugno del 2020 dal G.I.P. Pietro Currò.
Entrambi i processi sono stati celebrati col rito abbreviato. La donna al momento è in una comunità terapeutica assistita in provincia di Catania, a seguito di arresto avvenuto da parte della Squadra Mobile nel novembre del 2018.
Valentina ha sempre sostenuto di avere agito con la “mente oscurata” e di “non sapere spiegare cosa sia successo“, ma sicuramente “non volevo uccidere mio figlio, non ho mai pensato di farlo” perché, ha spiegato, “lo amavo“. L’imputata ha detto di “essersi sentita male” e che la sua intenzione era di “gettarlo sul letto e non per terra“.
“La nostra ipotesi – ha commentato il suo legale, l’avvocato Luigi Zinno ai colleghi de l’Ansa – è sempre stata quella dell’omicidio preterintenzionale, e la decisione della Corte mi sembra vada incontro a questa nostra lettura dei fatti. Aspettiamo il deposito delle motivazioni, fissato entro i prossimi 90 giorni, per avere contezza sulla valutazione dei giudici“.
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