CATANIA – Lunedì pomeriggio – sostenuti dal CSA OfficinaRebelde Catania e dal Comitato di Solidarietà Popolare “Graziella Giuffrida” – abitanti ed attivisti del quartiere di San Berillo del capoluogo etneo si sono ritrovati in via Rizzo, tra via Di Prima e via Sturzo, “per costruire un momento di confronto collettivo, franco e sincero, non inquinato da strumentalizzazioni politiche, sui problemi del quartiere“.
Un’assemblea meticcia partecipata, dove “il popolo dei bassi e della strada“, con tutte le sue diversità dettate dalle storie personali e da quelle collettive, s’identifica nella lotta comune al degrado, che passa necessariamente attraverso il diritto all’abitare, al reddito, ai permessi di soggiorno, ai servizi sociali. Durante l’assemblea, qualche residente ha contestato l’iniziativa esponendo dai balconi delle bandiere italiane e qualcuno ha suonato l’inno di Mameli.
Tensione, invece, alimentata dall’arrivo di una camionetta dell’Esercito. I militari non erano a conoscenza della manifestazione autorizzata dalla Questura e volevano intervenire per disperdere l’assembramento.
L’intervento degli uomini della Digos, presenti in forze, ha chiarito la situazione.
Di seguito il comunicato diffuso stamattina dalla pagina Facebook di OfficinaRebelde Catania.
“Ieri a San Berillo, dopo gli ambigui tentativi di contrapporre italiani e stranieri nel quartiere, senzatetto e proprietari, gente ‘perbene’ e sexworkers, ci siamo ripresi pacificamente la piazza. In una animata assemblea, residenti del quartiere, attivisti sociali, abitanti delle case occupate, migranti, hanno spiegato perché non esiste un futuro per il quartiere e per tutta la zona di Corso Sicilia e Corso dei Martiri che non contempli chi vive la strada e le sue esigenze.
Tante idee e tanti spunti da riprendere certamente dopo la pausa estiva. La lotta al degrado ed alla gentrification deve partire da qui: case, lavoro, permessi di soggiorno, servizi sociali“.