Catania: nascondevano un arsenale, 6 arresti

CATANIA – I carabinieri del Comando provinciale di Catania hanno arrestato 6 persone in esecuzione di un ordine di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica per i reati di associazione mafiosa, armi, estorsione ed usura.

Il provvedimento scaturisce da un precedente intervento dei carabinieri che portò, lo scorso 20 settembreal sequestro di un vero e proprio arsenale (oltre 40 armi tra pistole, fucili e mitragliatrici) nel quartiere popolare di Librino.

L’operazione rientra in una più ampia strategia di contrasto alla criminalità organizzata – coordinata dalla procura della Repubblica di Catania – che ha permesso di mettere in luce le nuove “piazze” del fenomeno mafioso nel capoluogo etneo.

Importanti elementi probatori, inoltre, sono scaturiti dalle nuove dichiarazioni del collaboratore di giustizia Fabrizio Nizza, “uomo d’onore” e vertice del gruppo di Librino, insieme a quelle del suo luogotenente Davide Seminara.

Grazie alle loro ricostruzioni è stato possibile ricondurre l’uso delle armi sequestrate ad alcuni indagati, con finalità estortive e usuraie.

L’attività mafiosa, in particolare, era rivolta contro un imprenditore catanese,  il quale, dopo essere stato brutalmente malmenato, era stato, poi, costretto a cedere alcuni suoi immobili ai malviventi per saldare parte dei suoi debiti.

Per evitare che le continue pressioni e minacce sull’uomo potessero scaturire in altri atti lesivi, sono scattate le manette per Giovanni Cavallaro (43 anni), Francesco Magrì (42 anni), Giuseppe Montegrande (48 anni), Giovanni Privitera (40 anni), Danilo Scordino (27 anni) e Filippo Scordino (26 anni), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione ed usura aggravata in concorso e detenzione illegale di armi.

Gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Catania Bicocca in attesa dell’udienza di convalida dei prossimi giorni.