CATANIA – È stato inaugurato a Catania, in via Monte Sant’Agata n. 6, il nuovo sportello comunale per il riuso sociale dei beni confiscati, pensato non solo come punto informativo ma anche come centro di animazione territoriale.
La struttura, voluta dal sindaco Enrico Trantino e dall’assessore ai beni confiscati Viviana Lombardo, ha sede in un edificio dei primi del Novecento sottratto alla criminalità organizzata e restituito alla collettività grazie a un intervento di manutenzione straordinaria finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Lo sportello sarà attivo ogni giorno dalle 9.00 alle 12.00, preferibilmente su appuntamento, e rappresenterà un punto di riferimento per cittadini, enti del terzo settore, ricercatori e operatori pubblici interessati alla valorizzazione e al riutilizzo dei beni sottratti alla mafia.
Tra le sue funzioni: orientamento, supporto documentale, mappatura dei beni disponibili, possibilità di sopralluoghi e accesso a informazioni aggiornate.
Un bene sottratto alla mafia diventa presidio civile
All’inaugurazione hanno partecipato rappresentanti della Prefettura, della Magistratura, delle forze dell’ordine e di numerose associazioni attive sul territorio.
Il sindaco Trantino ha definito “lungimirante” la scelta di dare nuova vita a un immobile finora inutilizzato, sottolineando che molti beni confiscati restano assegnati solo sulla carta, spesso a causa della mancanza di informazioni adeguate o per timori legati ai costi di riqualificazione.
“Con questo sportello – ha detto – vogliamo offrire un riferimento certo, concreto e trasparente. Daremo accesso a dati, planimetrie, modulistica, ma anche a un racconto simbolico di rinascita e legalità”.
Simboli e memoria per non dimenticare
All’ingresso dello stabile sono stati esposti quadri raffiguranti vittime delle mafie, comprese quelle meno conosciute, come segno di memoria e monito per il futuro. “L’elenco non deve più allungarsi”, ha sottolineato l’assessore Lombardo, che ha parlato del progetto come di un’iniziativa dal forte valore etico, culturale e civico, capace di trasformare luoghi di illegalità in strumenti di riscatto collettivo.
Presente anche l’ex assessore Michele Cristaldi, oggi consulente a titolo gratuito del sindaco per i beni confiscati, e Marina Galeazzi, direttrice della struttura Patrimonio Comunale, che ha coordinato l’intervento di recupero.
I lavori di ristrutturazione
L’intervento è stato curato dalle ingegnere comunali Valeria Petrina e Roberta Parisi, con un finanziamento di 460 mila euro provenienti dal PNRR. Le opere hanno riguardato:
- il consolidamento delle murature portanti,
- il rifacimento delle coperture lignee con recupero dei coppi siciliani,
- la sostituzione degli infissi,
- il risanamento dei controsoffitti in camorcanna,
- la ricostruzione di un solaio,
- la posa di nuove pavimentazioni compatibili con l’esistente,
- la realizzazione di tramezzi interni,
- nuovi servizi igienici,
- impianto elettrico a LED e climatizzazione.
Un centro vivo e partecipato
Lo sportello non si limiterà all’attività di front office, ma si propone come laboratorio permanente di cittadinanza attiva e documentazione, contribuendo a diffondere la cultura del riuso sociale dei beni confiscati e a rafforzare il legame tra istituzioni e società civile.
Una nuova casa della legalità che punta a rompere l’isolamento, stimolare progetti di utilità sociale e creare reti territoriali per un futuro più giusto e condiviso.