Catania, nasce Afrisicilia: la prima cooperativa gestita da migranti

CATANIA – A Catania, un gruppo di migranti ha costituito una nuova cooperativa chiamata Afrisicilia, che si occuperà della commercializzazione di ortaggi.

L’iniziativa è stata promossa dal progetto P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea.

Il progetto mira a contrastare il lavoro nero e la discriminazione in Sicilia, ed è stato accolta positivamente dalla dirigente dell’ex Ufficio Speciale Immigrazione dell’Assessorato Regionale al Lavoro e alla Famiglia, Michela Bongiorno. Bongiorno ha sottolineato come la cooperativa sia un segnale di speranza per i migranti fragili che faticano a trovare un lavoro legale nel nostro Paese.

La Regione Siciliana – ha spiegato la dirigente – ha finanziato sette progetti di agricoltura sociale: a Catania ce ne sono ben tre. L’orto sociale che è stato realizzato ci dimostra che si può uscire fuori dalla logica di sfruttamento lavorativo, con un affrancamento totale dal caporalato, creando attività autonome“.

E ancora: “Questa prima start-up catanese è un segnale di speranza, crea un precedente positivo anche per tutti coloro che ogni giorno arrivano nel nostro Paese in condizioni di fragilità e che difficilmente riescono a trovare una collocazione lavorativa legale. Come istituzione ci stiamo impegnando a contrastare il caporalato supportando i migranti protagonisti: qui stanno imparando a gestire le attività, condividono con noi il loro sapere e potranno trasferire questo know-how nel loro Paese d’origine. Questo scambio è fondamentale“.

Il Cpia Catania 2, capofila del progetto, ha giocato un ruolo fondamentale nell’impresa, coordinando il partenariato con altri istituti come l’Istituto Fermi Eredia, il Consiglio Italiano per i Rifugiati e il Centro Orizzonte Lavoro. La preside Rita Vitaliti ha dichiarato che la cooperativa ha liberato i migranti dallo sfruttamento, permettendo loro di costituire una nuova impresa autonoma e legale.

Il caporalato è una piaga da risanare nella nostra società, lo subiscono i migranti ma riguarda tutti – afferma la preside Rita Vitaliti – noi abbiamo coordinato il partenariato con l’istituto Fermi Eredia, il Consiglio Italiano per i Rifugiati e il Centro Orizzonte Lavoro. Questa prima esperienza di autoimprenditorialità ha liberato i migranti coinvolti da una condizione di sfruttamento“.

Per riscattarsi hanno costituito una nuova cooperativa e col nostro supporto hanno affrontato e superato le complessità economiche, amministrative e legali. Adesso hanno una loro posizione lavorativa autonoma, professionale e soprattutto legale. Potranno contare su di noi perché anche dopo la fine del progetto non li lasceremo soli“, aggiunge.

La cooperativa è nata da un percorso formativo iniziato a marzo 2022, durante il quale i migranti hanno acquisito competenze nel settore ortofrutticolo, nonché consapevolezza dei loro diritti lavorativi e delle normative di settore.

La farm si estende su mezzo ettaro di terreno tra il litorale della Plaia e la zona industriale di Catania e comprende campi coltivati e serre in disuso che saranno recuperate. La cooperativa prevede di coltivare lattughe, broccoli, sedano, cavoli, piselli, fave e patate.

Il presidente della cooperativa, Diao Diallo, si è dichiarato orgoglioso del progetto e ha affermato che l’unione fa la forza. Francesco Cauchi, coordinatore dell’iniziativa, ha dichiarato che “quello della costituzione è stato un momento formale, molto toccante. I migranti sono diventati proprietari e responsabili di una nuova attività imprenditoriale, hanno realizzato un sogno“.

La cooperativa andrà in positivo a fine marzo grazie alla commercializzazione degli ortaggi, che avverrà nei mercati Coldiretti Campagna Amica di Catania.