Catania, modificare il codice antimafia per favorire la ripresa economica

Catania, modificare il codice antimafia per favorire la ripresa economica

CATANIA – La questione inerente ai beni confiscati alla mafia a garanzia del microcredito è un tema che fa tanto dibattere: a maggio era già avvenuta una svolta, che ha visto riuniti i rappresentanti della magistratura, della forze dell’ordine, dell’economia e dell’università.

Tuttavia di recente c’è stato un incontro tra i parlamentari nazionali e le commissioni antimafia nazionale e regionale, durante il quale è stata consegnata la proposta di disegno di legge per la modifica del codice antimafia.

La proposta intende modificare le normative attuali per autorizzare l’Associazione nazionale beni confiscati e sequestrati alla mafia (Anbsc) e destinarli a garanzia del microcredito. I beni sequestrati solo nel 2013 hanno il valore complessivo di 2 miliardi e 220 milioni di euro.

“Misure volte a rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti”, come recita il recente disegno di legge palesano l’intenzione del governo di modificare il codice antimafia.

L’economista Antonio Pogliese spiega che l’attuazione di questa proposta rappresenterebbe un esempio di solidarietà soprattutto verso i lavoratori.

“La nostra Associazione, l’Arcidiocesi di Catania, la Diocesi di Acireale, l’Università, le banche, l’Associazione degli Industriali, hanno fatto rete per occuparsi del tema, sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere gli organi competenti a rivedere l’interno sistema, con l’obiettivo di concedere una boccata di ossigeno a quelle stesse aree vittime della gestione criminale”, dichiara Pogliese.

Mercoledì 10 dicembre alle ore 19 allo hotel Sheraton si terrà un incontro organizzato da diversi club Lions per proporre anche l’estensione della garanzia per la bancabilità delle imprese sequestrate affinché si mantenga inalterato o, meglio, si accresca il valore economico delle suddette.

L’evento sarà coordinato dall’economista Pogliese, parleranno: Giovanni Grasso (ordinario Diritto Penale, Università Catania), Pietro Currò (giudice Tribunale del Riesame Catania), Michelangelo Patanè (procuratore aggiunto della Repubblica Tribunale di Catania), Antonio Balsamo (presidente Sezione Misure di Prevenzione Tribunale di Caltanissetta).