CATANIA – Recuperare l’ex Manifattura Tabacchi, patrimonio architettonico della città di Catania e creare uno dei punti di riferimento culturali più importanti del capoluogo etneo, con l’esposizione del suo patrimonio artistico e archeologico, che restituisca identità e storia ai cittadini, è la missione del progetto che vedrà la nascita del Museo regionale interdisciplinare nella sede della vecchia fabbrica, di proprietà del Demanio Regionale.
Inserito nella linea di finanziamento PON Cultura 2014/2020 Catania e fortemente voluto dal Presidente della Regione Nello Musumeci, è divenuto progetto esecutivo, sul precedente, definitivo, curato dall’arch. Nicola Francesco Neri della Soprintendenza di Catania, e seguito dal soprintendente archeologa Rosalba Panvini e dal costante lavoro del responsabile unico del procedimento (R.U.P.) arch. Salvatore Sorbello, che precisa trattasi di uno stralcio funzionale relativo al pieno recupero del piano terra e primo, e che, in atto, sono state appena concluse le procedure di gara per l’individuazione del soggetto esecutore dei lavori, procedendo, pertanto, agli atti consequenziali, quali la stipula del contratto e la successiva consegna dei lavori. Il Rup, inoltre, chiarisce che la Soprintendenza è chiamata per l’intervento in oggetto, nella qualità di stazione appaltante e di coordinamento, mentre la gestione del Museo spetterà al Parco Archeologico di Catania.
Di struttura neoclassica, l’edificio fu destinato per un lungo periodo a quartiere militare e caserma della cavalleria borbonica; nel 1893 fu sede della “manifattura” di tabacchi, nella centralissima via Garibaldi. Da lì a poco divenne una delle fabbriche più fiorenti della città: nei primi anni del ‘900 iniziò la produzione dei sigari “Toscani” e si ingrandì a tal punto da possedere, nel secondo dopoguerra, un organico di mille unità.
Attualmente l’immobile si articola in tre piani fuori terra, più una piccola parte a livello dei terrazzi in cui si aggiunge una quarta elevazione. La superficie complessiva è di 7.247 mq; gli ambienti, di grandi dimensioni, liberi da tramezzature sono dislocati sui lati lunghi del fabbricato nei primi due piani. In essi rimangono le tracce dei macchinari usati nella manifattura dei tabacchi, che verranno, secondo il progetto, restaurati e valorizzati per essere esposti come “materiale archeologico-lavorativo”.
“Il progetto di rifunzionalizzazione, nel rispetto dell’identità storica dell’edificio, si pone l’obiettivo di rivitalizzarlo sia nel contesto urbano, che socio-culturale, facendone un ‘focus’, un cuore pulsante di cultura – si legge nella relazione tecnica, redatta dal gruppo di progettazione RTP formato da PROGEN S.r.l., TOSTO ARCHITETTI S.r.l. e G.W.G. S.r.l. di Catania – per questo gli spazi saranno essenzialmente mantenuti nella loro configurazione e stratificazione che la storia finora ha formato, evidenziando il carattere e l’anima dei luoghi, che verranno così ‘ripuliti’, rifunzionalizzati e resi ‘vivibili’, in modo da costituire il supporto logistico di una serie di attività e di laboratori, che funzioneranno come delle vere e proprie ‘officine’ che accompagneranno la principale attività, che è quella di esporre il grande patrimonio archeologico di cui è dotata la città di Catania”.
“Educare le generazioni a riappropriarsi di un patrimonio collettivo da vivere in sintonia con la propria identità”: questo è l’obiettivo che si propone l’opera. “Ciò potrà avvenire grazie alla collaborazione sinergica tra enti pubblici o tra pubblico e privato, che mira a restituire a Catania, il valore di città della cultura, città del Mediterraneo, con spazi pubblici di aggregazione, sfruttando edifici che potrebbero inesorabilmente essere perduti se non riqualificati e rivissuti”, si legge nella relazione.
L’intervento, quindi, volto al recupero e alla messa in sicurezza dell’immobile, al suo ripristino estetico, impiantistico e funzionale, prevede una zona di accoglienza con biglietteria, bookshop e servizi, depositi e laboratori, sale espositive per mostre temporanee, conferenze e convegni e spazi diversificati per collezioni che spaziano dai reperti archeologici all’arte contemporanea.
“La certezza di un’efficace ricaduta sull’educazione – si spiega nella relazione – stimola la volontà di prevedere nel progetto spazi dedicati alla didattica e alle manifestazioni artistiche esterne. Costituirà quindi un supporto anche alla formazione e alla crescita culturale della popolazione studentesca e quindi alla riqualificazione del quartiere, caratterizzato da sacche di sottosviluppo culturale, ma potenzialmente raggiungibile da almeno una parte dell’offerta”.
Rivalutare l’edificio dell’ex Manifattura da destinare a museo significa, infine, rimodulare un rapporto nuovo con i quartieri storici di Catania, come il Fortino, San Cristoforo, Angeli Custodi, luoghi, cioè, in degrado e a rischio, da recuperare come patrimoni di cultura e fulcro di un’identità.
Fonte immagine – relazione tecnica RTP