Catania, lavoratori Myrmex protestano sul tetto dell’azienda: “Vogliamo delle risposte chiare”

Catania, lavoratori Myrmex protestano sul tetto dell’azienda: “Vogliamo delle risposte chiare”

CATANIA – “Siamo stanchi, non scenderemo fino a quando non avremo risposte chiare”, è questo l’urlo che parte dal tetto della Myrmex, azienda che è passata, nel giro di pochi anni, da fiore all’occhiello della ricerca etnea e nazionale ad società sull’orlo del fallimento e che questa mattina è stata occupata dai propri lavoratori ormai cassintegrati da mesi.

“Da quattro anni una settantina di famiglie aspetta risposte concrete sul loro futuro. È inconcepibile che le istituzioni regionali e nazionali si siano voltate dall’altra parte senza interessarsi agli affari di una delle più grandi realtà nel campo della ricerca presenti sul territorio”, rincarano la dose i rappresentanti sindacali  Giacomo Rota, Margherita Patti ( rispettivamente segretario generale e confederale Cgil di Catania) e Peppe D’Aquila (segretario Filctem Sicilia). Nulla è cambiato dopo l’incontro tenutosi lo scorso marzo in cui erano stati protagonisti gli stessi sindacalisti a colloquio con gli assessori regionali Vancheri (Attività produttive) e Caruso (Lavoro) e l’assessore al Lavoro del Comune di Catania Angelo Villari.

Ma torniamo indietro. Il 16 settembre 2011 il colosso farmaceutico Pfizer, cede il centro alla Myrmex, azienda amministrata da Gian Luca Calvi che rileva un laboratorio con standard di efficienza internazionali, superficie di diecimila metri quadri e inoltre riceve una dote eccezionale: i programmi di ricerca, in collaborazione con il Cnr e l’Istituto superiore di Sanità, finanziati dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur). 

Il costo dell’intera operazione è di un euro. Il periodo di avviamento, nella trattativa con Pfizer, è quantificato con un passivo: 15,8 milioni di euro. In gergo si chiama bad will, avviamento negativo, ed è per questo motivo che, all’insaputa dei sindacati, Myrmex acquista a un solo euro. 

In realtà, al prezzo di un euro, acquista comunque una fabbricato che vale 10 milioni, macchinari da 12,6 milioni e attrezzature di laboratorio per altri 12,5. L’intero laboratorio, nel rogito notarile, viene valutato ben 37,7 milioni di euro. Calvi vuole ulteriori garanzie e la Regione Sicilia s’impegna a un finanziamento pubblico mai erogato di 4,5 milioni di euro per tre anni. In cambio, però, la Regione fissa una clausola determinante: se Myrmex non adempie gli accordi s’impegna a cedere il centro, alla stessa Regione, per un solo euro motivo per il quale i sindacati non riescono a spiegarsi come la Regione Sicilia non abbia fatto valere la clausola e dato una risposta definitiva agli impiegati dell’azienda.