CATANIA – Il caldo afoso non è stato di intralcio al presidio indetto ieri pomeriggio dall’USB per chiedere la liberazione dei sindacalisti di Si Cobas e USB agli arresti domiciliari a Piacenza.
In via Etnea, davanti alla Prefettura, la forte e sentita partecipazione è stata evidenziata dai tanti interventi che si sono succeduti senza sosta.
Ha aperto gli interventi Orazio Vasta della Federazione del Sociale USB Catania che ha denunciato il “teorema della Procura della repubblica di Piacenza per cui è un reato penale fare sindacato, sindacato conflittuale, sindacato di lotta e non quello consociativo di Cgil-Cisl-Uil “.
A seguire gli interventi di Fabrizio Cappuccio (Spazi Sociali Catania), di Damiano Cucè (Potere al Popolo), di Concetto Solano(Red Militant), di Sesto Schembri (Pmli), di Elena Majorana (Sinistra Anticapitalista), di Fabrizio Russo (Fronte Gioventù Comunista).
Presente al presidio Stefano Giannandrea De Angelis, dirigente nazionale dell’USB impegnato sul fronte del comparto agricolo. Presenti al presidio anche militanti di Rifondazione Comunista, una delegazione dei Cobas Catania e rappresentanti del Centro di Solidarietà Popolare “Graziella Giuffrida”, delPCL e dell’Associazione comu ista “Olga Benario” Catania.
Ha chiuso la manifestazione l’intervento di Claudia Urzì, responsabile provinciale USB Scuola che ha legato ad un filo rosso gli arresti di Piacenza e la scomparsa ad Acate, il 2 luglio, all’interno di un cementificio, del giovane Daouda, mediatore culturale, colpevole di aver denunciato lo sfruttamento schiavista che avveniva in quel cementificio dove lui stesso lavorava.
“È necessario – ha più volte detto la sindacalista – avere ben chiaro chi sono i nostri nemici, chi sono i nemici delle sfruttate e degli sfruttati. Da Acate a Piacenza a Catania i nostri nemici sono il profitto, che si manifesta anche con la repressione giudiziaria, e il ruolo dei sindacati concertativi, Cgil-Cisl-Uil, che non hanno scritto neanche un rigo su DAOUDA e gli arresti di 8 sindacalisti a Piacenza“.