CATANIA – Parte la progettazione definitiva del “nuovo” depuratore di Pantano d’Arci: un adeguamento funzionale ad accogliere i reflui della città e dei comuni limitrofi, per una copertura complessiva di 565mila abitanti equivalenti. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa a Palazzo degli Elefanti il sindaco di Catania, e il Commissario Unico per la Depurazione, Maurizio Giugni. L’intervento, integrato con la nuova rete fognaria anch’essa in fase di progettazione, con sette lotti e 360 nuovi chilometri di reti, servirà al superamento dell’infrazione comunitaria nei confronti dell’agglomerato catanese, per cui l’Italia è stata condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria (sentenza C-251/17).
L’affidamento a un raggruppamento temporaneo di professionisti (PROGER SpA e altri), prevede una prima fase di indagini propedeutiche alla progettazione di tipo topografico, georadar, strutturali e sulla consistenza dell’attuale impianto, come sulle terre e rocce da scavo. Seguirà la fase di progettazione definitiva, da realizzare entro 90 giorni, che dovrà contraddistinguersi per un alto grado di dettaglio per consentire, dopo la procedura di Valutazione Ambientale, l’avvio della successiva gara per la progettazione esecutiva e i successivi cantieri.
Un intervento, quello sul depuratore, che dovrà essere progettato secondo avanzati standard tecnologici e una forte attenzione all’economia circolare: il Commissario Giugni ha infatti affidato a ENEA, che lavora assieme all’Università di Catania, al CSEI e al Consorzio di bonifica Catania 9, lo studio di uno schema che preveda il riutilizzo irriguo pressoché totale delle acque reflue trattate.
“Rendere efficiente la depurazione catanese – afferma il Commissario Giugni – è probabilmente la più grande sfida della Struttura Commissariale, visto che parliamo di interventi finanziati per oltre 450 milioni di euro. Renderla anche sostenibile, cioè in grado di recuperare un refluo di alta qualità per l’irrigazione, cosi sentita nella zona della piana di Catania, è una grande possibilità in più: non limitarsi cioè a scongiurare le multe, che pesano sull’Italia per la sola Catania oltre 5,5 milioni di euro l’anno, ma contribuire all’innovazione del sistema per dare benefici duraturi all’ambiente e alle comunità. Siamo impegnatissimi su ogni fronte e lavoriamo in piena sintonia con il sindaco e i suoi collaboratori per risolvere definitivamente il problema fognario e della depurazione in una grande area urbana della Sicilia come Catania e complessivamente in sette province dell’isola con un investimento complessivo di 1,78 miliardi di euro”.
Una volta potenziato l’impianto di Pantano d’Arci dovrà ricevere i reflui della quasi totalità del comune di Catania, del 70% di Gravina di Catania e Tremestieri Etneo, di Aci Castello, Sant’Agata Li Battiati, San Gregorio di Catania e di parti del territorio di Aci Catena, San Giovanni La Punta e Acireale.
Presenti alla conferenza stampa anche il Subcommissario alla Depurazione, Riccardo Costanza, il delegato per gli interventi in Sicilia, gli assessori comunali Bonaccorsi, Trantino e Parisi, il responsabile del procedimento dell’opera Biagio Bisignani (Comune di Catania), la coordinatrice della struttura operativa di supporto per l’attuazione degli interventi in Sicilia del Commissario Cecilia Corrao (Sogesid), il Direttore dell’esecuzione del Contratto, Francesco Morga (Sogesid), l’ing. Giuseppe Vacca del raggruppamento di progettazione e il presidente del cda Sidra Fabio Fatuzzo.
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