CATANIA – Il tema dell’edilizia abitativa popolare nelle periferie, degli sfratti e della difficile condizione in cui vivono gli inquilini è stato al centro dell’incontro tra la delegazione del Sunia composta dalla segreteria generale Giusi Milazzo e da Agata Palazzolo componente della segreteria stessa e il nuovo prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi che ha accolto la richiesta del sindacato.
“È stata l’occasione per esporre alla rappresentante dello Stato la difficile situazione che dal punto di vista sociale economico e abitativo caratterizza la città di Catania e il suo territorio, situazione che la crisi pandemica ha aggravato ulteriormente”, spiegano.
“Nel corso dell’incontro è stato anche segnalato il positivo fermento delle associazioni che operano sul quartiere di Librino e che svolgono un lavoro di grande valenza sociale a supporto della popolazione e di contrasto all’illegalità”, proseguono.
Tra i vari temi trattati, c’è infatti il caso della Torre Leone di Librino e della necessità che le istituzioni rispondano all’appello dei nuovi assegnatari che chiedono attenzione affinché il palazzo non ricada sotto il controllo criminale, ma che al contrario, desiderano ambientarsi e vivere con agio e serenità.
Giusi Milazzo ha poi illustrato i dati sugli sfratti attesi a seguito della fine del blocco degli sfratti previsto per fine giugno e ha chiesto al Prefetto di sollecitare le istituzioni interessate, ossia Comune, Tribunale e Regione Siciliana affinché con l’autorevole coordinamento della Prefettura si possa istituire un tavolo permanente per la mediazione degli sfratti al fine di mitigarne le pesanti conseguenze sociali.
Il Sunia ha anche consegnato la documentazione inerente altri accordi siglati con l’intervento delle Prefetture in altre città italiane. Il Prefetto ha condiviso le preoccupazioni sull’emergenza sfratti e sul grave disagio abitativo, sottolineando come sia necessario un piano ampio di nuova edilizia sociale e ha assunto l’impegno di approfondire ulteriormente il tema al fine di poter attuare anche a Catania quanto già fatto in altre città per contrastare il fenomeno.
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