CATANIA – “Sarà un autunno caldo anche per il futuro di Catania, dove alle emergenze nazionali si sommeranno le emergenze locali. Chiederemo a Cgil e Uil di scendere in piazza per manifestare la preoccupazione del sindacato confederale per la tenuta delle famiglie, dei lavoratori e delle piccole e medie imprese catanesi e per i temi che dovranno essere affrontati seriamente nella campagna elettorale per eleggere il prossimo governo della città“.
Dal comitato esecutivo della Cisl etnea, tenutosi oggi alla presenza del segretario regionale Sebastiano Cappuccio e dei segretari di federazione di categoria, giunge l’allarme per la delicata situazione in cui versa il capoluogo e per le prospettive che si stagliano all’orizzonte.
A manifestare la preoccupazione della Cisl catanese, è il segretario generale Maurizio Attanasio, che nella relazione dei lavori disegna il quadro in cui si muoverà il movimento sindacale catanese da qui a breve.
“Siamo preoccupati – spiega – perché c’è una bomba sociale che rischia di scoppiare in quanto le famiglie e la piccola economia non potranno reggere l’aumento dell’inflazione e l’impatto della bolletta energetica. Una situazione alla quale sta contribuendo anche l’inopportuna decisione dell’amministrazione ancora in carica di aumentare la Tassa sui rifiuti del 18 per cento, gravando così su chi ha sempre pagato“.
“E siamo preoccupati – aggiunge Attanasio – perché alcuni dei percorsi amministrativi che riguardano il futuro di Catania, tra questi l’assetto delle società partecipate comunali, stanno andando avanti senza una guida politicamente qualificata e, soprattutto, senza il necessario confronto con le parti sociali“.
“Ecco perché non possiamo che giudicare come pessima la decisione del governo regionale ancora in carica di non aver nominato un commissario straordinario per Catania, nonostante sia passato oltre un mese dalle dimissioni del sindaco Salvo Pogliese. Segno che per la politica nostrana, prima di ogni cosa vengono gli interessi particolari da sistemare con le elezioni politiche e regionali e solo dopo quelli che riguardano il bene comune catanese. È come se il futuro di Catania dovesse dipendere dal risultato delle urne del 25 settembre piuttosto che dai programmi, dalle proposte, dalle azioni di sviluppo da avviare per la ripresa“.
Secondo Attanasio, sul tavolo i temi non mancano: dalle grandi opere da completare al PNRR; dalla lotta all’illegalità e all’evasione al crescente bisogno di sicurezza; dall’assenza totale di programmazione sulle politiche sociali pur in presenza di cospicue risorse economiche disponibili alle povertà lavorative e abitative.
“In tal senso la Cisl – sottolinea il numero uno della CISL catanese – ha offerto un contributo rispetto al documento elaborato dall’Arcidiocesi e il gruppo di fedeli laici, ‘Non possiamo tacere’. L’idea è di guardare oltre, all’appuntamento che toccherà più da vicino la comunità catanese e il rinnovo della sua amministrazione comunale. La Cisl è decisa a non tacere neanche su tutte le questioni che riguardano Catania e dovranno essere affrontate anche avendo davanti i temi e le indicazioni contenute nel documento“.
Anche per Catania, sarà importante l’agenda sociale da mettere in campo che la Cisl siciliana chiederà al nuovo governo regionale. “È necessaria una forte partecipazione con il mondo del lavoro e tenendo conto delle gravi difficoltà per la crisi in atto – afferma Cappuccio – per fare questo bisogna iniziare dagli investimenti sul lavoro, dalla formazione, dalle politiche attive e poi affrontare il tema della riconversione del rilancio energetico e ambientale, per il quale occorrono anche strategie politiche e industriali sinergiche, che vanno programmate e poi applicate“.