CATANIA – Emergono nuovi scenari tramite le rivelazioni del pentito William Alfonso Cerbo, detto “Scarface“.
Il collaboratore di giustizia, coinvolto nel maxi procedimento “Hydra” della Dda di Milano e dei carabinieri del Nucleo investigativo sulla “alleanza tra mafie” in Lombardia, ha fatto luce su presunti contatti tra Gaetano Cantarella, “storico affiliato al clan Mazzei incaricato di gestire gli affari a Milano” e Fabrizio Corona.
Sarebbe stato quest’ultimo a rivolgersi a Cantarella “in più occasioni”. Sarebbe successo per esempio “quando aveva problemi su Milano” o quando “Fabrizio Corona gli chiese un recupero credito di 70mila euro da fare a Palermo per una truffa patita da un amico” dell’ex re dei paparazzi.
Lo ha affermato il pentito in uno dei sei interrogatori, tra settembre e ottobre, in cui ha raccontato diversi dettagli sul suo ruolo di collettore economico a Milano del clan Mazzei di Catania. Posizione che ha confessato, ammettendo la sua “partecipazione al reato associativo”, nel primo verbale del 22 settembre, davanti alla Dda milanese.
Una confessione che era avvenuta anche in una lettera risalente all’11 settembre, dove sottolineava la sua volontà di cambiare rotta e iniziare a collaborare con la giustizia.
A seguito di questa decisione ha depositato una memoria di 27 pagine con le varie fasi del suo percorso criminale, confermando anche “tutti i reati di truffa e bancarotta” che avrebbe commesso per agevolare il clan, e per i quali è imputato.
Seguono poi i nove punti su cui si mostra disposto a collaborare. Tra questi ce n’è uno, il quarto, che riguarda i suoi rapporti con Gaetano Cantarella, scomparso il 3 febbraio del 2020 per un caso di “lupara bianca”. I loro legami riguardavano inizialmente il mondo delle discoteche.



