Catania, i trasporti pubblici costano troppo! Sempre più necessario il biglietto unico integrato

Catania, i trasporti pubblici costano troppo! Sempre più necessario il biglietto unico integrato

CATANIA – L’anno appena cominciato potrebbe essere estremamente decisivo per le sorti della mobilità nel capoluogo etneo. Dopo dodici mesi contraddistinti da alti e bassi, il 2019 catanese si presenta con un paniere pieno di promesse e speranze che, se rispettate, dovrebbero lenire i grandi disagi patiti nel corso degli ultimi periodi.

Certo, il buco finanziario di 1,6 miliardi di euro del Comune di Catania che ha portato al dissesto economico rischia di rappresentare un ostacolo al processo di miglioramento delle infrastrutture all’interno del perimetro cittadino, ma dai corridoi di Palazzo degli Elefanti continua a trapelare un inconsueto ottimismo.

Proprio il giorno dopo l’alzata di bandiera bianca da parte dell’ente etneo, il sindaco, Salvo Pogliese, ha annunciato in pompa magna la revisione del Piano regolatore generale che dovrebbe essere redatto in maniera definitiva entro il 2020. Si realizzerà? Lo vedremo presto. Nel frattempo, sempre entro i prossimi 365 giorni, la città dovrebbe dotarsi di una nuova fermata ferroviaria nei pressi dell’aeroporto di Fontanarossa.

Già nei giorni scorsi, l’amministrazione etnea e il governo regionale hanno battezzato la fermata di Picanello, altro tassello all’interno della rete del cosiddetto “Nodo Catania”. Allo stato attuale, la maglia del trasporto pubblico etneo ha necessità di essere stimolato, ma resta ancora orfano del trait d’union che consentirebbe al viaggiatore catanese di usufruire a pieno dell’esperienza offerta dalla mobilità ai piedi dell’Etna. Quel tassello sembra essere indubbiamente rappresentato dall’introduzione del biglietto unico integrato.



Come confermato a NewSicilia dall’assessore alle infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone, nei prossimi giorni Trenitalia, Amt (Azienda Metropolitana Trasporti) e Fce (Ferrovia Circumetnea) dovrebbero riunirsi attorno a un tavolo per discutere la creazione della tariffa integrativa. Di fondamentale importanza sarà il modellamento del costo del biglietto, che dovrà necessariamente essere alla portata delle tasche dei catanesi.

Attualmente, in città l’unica tariffa integrata è rappresentata dall’accoppiata bus-metro al costo di 1,20 euro per una validità di 120 minuti, mentre il costo di una corsa singola per chi utilizza il passante ferroviario in ambito urbano è di 1,70. Per chi sceglie il biglietto andata-ritorno il costo raddoppia a 3,40. Ipotizzando l’utilizzo delle tre infrastrutture per spostarsi da due punti opposti della città, allo stato attuale i pendolari si troverebbero dunque a mettere sul piatto quasi tre euro, con un picco di 4,60 con la corsa doppia della ferrovia.

In altre realtà metropolitane del Paese, i costi da affrontare sono certamente più contenuti a fronte di offerte più ampie. Il biglietto urbano della città di Milano consente un accesso integrato a metropolitana, rete urbana di Trenord e passante ferroviario alla tariffa di 1,50 euro. A Roma il sistema Metrebus dà la possibilità di viaggiare sui treni regionali, bus extraurbani e della Capitale, tram e metropolitana sempre allo stesso costo.

Un altro esempio è fornito dal biglietto unico temporaneo dell’area metropolitana Chieti-Pescara, che consente di spostarsi illimitatamente nell’arco di 90 minuti in 14 Comuni abruzzesi al costo di 1,20 euro. Se il trasporto pubblico a Catania intende compiere definitivamente il salto di qualità, quella del biglietto unico integrato rappresenta ormai una necessità non più derogabile.