CATANIA – Furti, omicidi, estorsioni, rapine a mano armata. Secondo i dati del Sole24ore per 100mila catanesi si registrano circa 3852 denunce. Numeri da primato, ma non di quelli che si festeggiano: la città svetta nelle classifiche per violenze sessuali, scippi e auto rubate.
Qui l’illegalità non è un ospite occasionale, ma una presenza costante che accompagna le giornate, tra marciapiedi sbrecciati e sirene in sottofondo. E Catania danza leggiadra questo tango amaro, tra note di odio e omertà. Comico – o forse tragico – come di fronte a questi numeri molti cittadini restino indifferenti, scrollando le spalle con un fatalistico: “Catania è così, cambia tutto ma mai nulla”.
Ma l’indifferenza uccide. E allora abbiamo voluto ascoltare le voci della città. Siamo andati in giro facendo una sola domanda: “Lei si sente sicuro a Catania?” Ecco cosa ci hanno risposto i catanesi.
Catania, sicurezza e microcriminalità: i dati
Analizzando i dati più recenti possiamo vedere come a Catania la microcriminalità rimanga una sfida concreta. L’Indice di criminalità 2024 (basato sui dati 2023) del Sole 24 Ore conta 3.852 denunce ogni 100mila abitanti, posizionando Catania al 24° posto in Italia per volume complessivo di reati. A livello nazionale, il Rapporto intersettoriale 2024 del Ministero dell’Interno registra un incremento dei reati predatori: +6 % furti, +7,6 % rapine nel primo semestre 2023. In Italia, il tasso di famiglie vittime di furti in casa è salito a 8,3 per 1.000 (+0,7 rispetto al 2022), mentre le rapine hanno coinvolto 1,1 persone su 1.000 abitanti, confermando una stabilità rispetto all’anno precedente.
Catania riflette la tendenza nazionale: crescita dei furti e delle rapine, ma con un livello generale di violenza (come rapine gravi o omicidi) ancora contenuto. A corroborare ciò, l’ISTAT segnala un valore stabile delle rapine a livello nazionale nel 2023, confermando una lieve ripresa post-pandemia.
Le opinioni
Montaggio realizzato da Davide Florio e Santo Romeo
Copertina: Maria Angela Cinardo