Catania e la ripresa turistica che non c’è, i B&B soffrono: “Siamo ancora in ginocchio, penalizzati dai pochi voli”

Catania e la ripresa turistica che non c’è, i B&B soffrono: “Siamo ancora in ginocchio, penalizzati dai pochi voli”

CATANIA – Sono numerosi i settori messi a dura prova dall’emergenza sanitaria che in questi mesi ha colpito severamente non solo il nostro Paese, ma buona parte del pianeta, con seri danni sotto il punto di vista economico e sociale.

Alle pendici dell’Etna a soffrire maggiormente di questa sventura di carattere mondiale è stato certamente quello turistico e a essere interessate dalla crisi, in particolare, sono state quelle piccole strutture ricettive che hanno visto quasi azzerarsi il fatturato stagionale. Anche adesso, con la stagione estiva ormai ufficialmente inaugurata, le previsioni sembrano essere ancora tutt’altro che rosee.

A raccontarci delle difficoltà post lockdown è Fabio, titolare del “B&B Stesicoro City Center” che continua a fare i conti con le complicanze del periodo. “Noi speravamo su giugno ma è stato scarso, con zero occupazioni. Forse l’1% con 2-3 camere, più che altro cittadini palermitani che vanno in centri commerciali come Ikea, ma non per turismo. Da quando poi hanno aperto le frontiere, le prenotazioni stanno arrivando ma per agosto“, dichiara a NewSicilia.

Non c’è il turismo rispetto l’anno scorso, per questo periodo già a marzo avevo l’80% dell’occupazione e ho perso 70mila euro contando i mesi da marzo a luglio. Chi ha prenotato prima del lockdown ha cancellato e sta cancellando anche per settembre perché molti si ricordano di avere prenotazioni“, spiega il titolare.

Altro discorso, invece, per i clienti che decidono di spostarsi in Sicilia in queste settimane: “Le persone del ‘post’ Covid stanno prenotando e qualcuno ha prenotato di nuovo, stanno tornando i maltesi che tradizionalmente vengono a fare shopping a Catania“.

Stanno arrivando – prosegue – anche cittadini francesi, tra luglio e agosto avremo molti francesi non solo qui ma anche in altre strutture di colleghi. Ho ricevuto una mail da dei signori inglesi che hanno prenotato per settembre chiedendomi come fosse la situazione in Sicilia“. E i vacanzieri italiani? “Stanno venendo, Napoli e Pordenone in primis. La Sicilia senza lo straniero comunque non può vendere, gli italiani scelgono invece le strutture complete. Ma a Catania, per dire, abbiamo meno hotel rispetto a Siracusa dove ci sono pure tariffe più alte. Chi vede Catania però rimane a bocca aperta“.

Quello che noi stiamo trasmettendo ai clienti è che comunque devono essere sicuri di venire in un Paese straniero come l’Italia. Noi siamo stati e siamo ancora in ginocchio, la ripresa è molto lenta. Qualche richiesta per il Bonus Vacanze, ma non lo accettiamo perché dobbiamo anticipare i costi. Noi abbiamo bisogno di una cash flow, ovvero di liquidità. Senza di essa non possiamo affrontare tutte le spese, siamo una piccola struttura come ce ne sono tante a Catania“.

Ciò che ci penalizza sono i voli che non ci sono e le tariffe alte. Chi dice ‘chiudiamo la Sicilia, del turismo non ce ne frega niente’ sbaglia. Noi per ripartire abbiamo avuto bisogno del prestito dello Stato del 25% sul fatturato, noi anche se piccoli siamo un’azienda a tutti gli effetti. Aspettiamo agosto, adesso abbiamo il 30% di occupazione. L’anno scorso c’era il 96%, nel 2018 il 94%, l’anno prima lo stesso. A settembre 2019 c’era il 100% di occupazione“.

Numeri drammatici che alimentano timori e preoccupazioni. “Se superiamo agosto a livello turistico e non accade nulla, le persone torneranno come prima. Noi attualmente viviamo tutti i giorni con la paura di chiudere, perché non sai se puoi proseguire l’attività continuando così. I prestiti dello Stato poi vanno restituiti, quei soldi sono serviti per pagare l’affitto, la lavanderia industriale e per mantenere la struttura. Confidiamo in agosto per mettere qualcosa in tasca e andare avanti“, conclude Fabio.

Immagine di repertorio