Catania, custodia in carcere per i due scafisti accusati della strage

CATANIA – Il procuratore capo di Catania Giovanni Salvi ha annunciato – nel corso di una conferenza stampa – la convalida dei fermi da parte del gip dei due presunti scafisti del barcone naufragato nella notte di sabato scorso.

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Si tratta del “comandante” Mohammed Ali Malek, di 27 anni, e Mahmud Bikhit, di 25 anni.  “E’ stata disposta la misura cautelare in carcere riconoscendo il ruolo dei due soggetti da noi individuati – ha detto Salvi -. Il capitano ha determinato con le sue manovre errate l’affondamento del barcone che era enormemente sovraccarico”.

Quindi sono state accolte le richieste della procura e intanto prosegue l’incidente probatorio per accertare le responsabilità del naufragio costato la vita a oltre 700 migranti che intanto sta proseguendo. 

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I testimoni avrebbero raccontato i dettagli di una traversata molto lunga e durata mesi, come ha spiegato Salvi: “In questo primo incidente probatorio c’è stato un racconto dettagliato dell’intero viaggio: i migranti sono stati tenuti a lungo in condizioni difficili prima di essere imbarcati e con condizioni di violenza per mantenere la disciplina”.

Il presunto capitano del peschereccio, il tunisino Mohammed Alì Malek,  è accusato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, sequestro di persona, aggravato dalla presenza di minori, e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Intanto il mercantile portoghese che ha soccorso i migranti al largo della Libia si trova nel porto di Palermo e, come ha precisato la procura, non vi è “alcuna responsabilità contestata all’equipaggio della nave che ha collaborato per molte ore per il recupero dei naufraghi”.

Il procuratore Salvi si è anche soffermato sui dettagli, terribili, del lungo viaggio dicendo che “i migranti sono stati raccolti in più centri, ed hanno raccontato di persone armate di bastoni che facevano rispettare l’ordine interno con determinazione. I migranti hanno parlato di una persona uccisa a bastonate, e altre morte di stenti. Una persona è stata uccisa durante il trasferimento verso il barcone. Sono dichiarazioni che vanno verificate, ma rendono il quadro di una situazione in sé terribile”. 

 

Andrea Sessa

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